Mi fa sorridere l’espressione utilizzata per spiegare che a Vicenza la base militare USA, ma anche base per operazioni NATO, farà il raddoppio come concordato dal precedente governo Berlusconi. Il Premier Romano Prodi ha detto: “Non ci opporremo all’ampliamento”. Penso che in una dichiarazione ufficiale ci si possa lasciare alle spalle un’affermazione da cui emergono le beghe interne, dire: “Abbiamo deciso ci confermare l’ampliamento della base USA.” era già meglio, quantomeno si poteva solo supporre che per un attimo è stata ridiscussa perché viene chiesto ad un governo diverso di confermare un impegno. Invece se ne viene fuori con un’espressione che sembra dica di sì a malincuore, come se fosse dispiaciuto di non aver potuto disfare anche questo tassello del governo precedente, un tassello di politica estera che sommato all’Iraq, al Libano e alla Somalia, rende le relazioni con alcuni paesi (alleati) più difficili senza guadagnare nulla dall’altra parte che possiamo usare per aumentare il nostro peso nei confronti della NATO e nemmeno dell’ONU. Una frase, quella di Prodi, arrivata tardi per le esigenze diplomatiche a conferma del suo scarso potere, una linea di condotta decisamente politicizzata e sempre più condizionata dal peso di un confronto con il governo precedente. L’apice (negativo) di questa discussione intestina dell’Italia su Vicenza, credo sia rappresentata da una dichiarazione di D’Alema, attuale Ministro degli esteri: “Se gli USA se ne vanno da Vicenza i 1200 lavoratori italiani che perdono il posto lo ritroveranno altrove, tanto il Veneto è ricco e prospero.”, inoltre ha lasciato l’Ambasciatore americano in visita a Vicenza senza scorta adeguata e ne sono nati anche dei tafferugli, questa è la summa del pensiero ed interesse D’Alemiano sul raddoppio della base. Penso che l’ospitalità e la sicurezza siano dei fondamenti per un paese civile e D’Alema è il nostro Ministro degli Esteri!