Giornata storica quella di ieri per il DRM in casa Apple ed EMI. Ricordiamo che il successo Apple nella vendita di musica digitale tramite iTunes iniziò proprio perché Jobs riuscì a convincere le maggiori case discografiche (sono 4) che il DRM realizzato era solido e sufficientemente flessibile da permettere l’utente di farsi le copie che gli servivano, ascoltarlo sul proprio iPod o direttamente dal PC e MAC. Oltretutto la Apple propose il suo store in un momento in cui aveva riacquistato credibilità, solidità finanziaria e soprattutto non doveva dimostrare d’essere tecnologicamente all’altezza. Siccome la rete era il terreno dove la pirateria dei brani musicali dilagava a più non posso il binomio iPod e iTunes era l’ideale e a posteriori è stato un successone, oggi c’è molto di più che solo la musica. E ieri che cosa è successo di così sconvolgente? La EMI ha dato seguito ad una lettera aperta di Jobs ed hanno fatto una conferenza congiunta per annunciare che tramite iTunes sarà possibile acquistare dal catalogo EMI brani senza DRM e ciò consentirà l’ascolto anche su altri lettori di MP3. Oltre a queste note positive, fortemente volute da alcune categorie di utenti, una è negativa, cioè per avere musica senza DRM occorre pagare i brani singoli 1,29 Euro contro i 0,99 di ieri, è anche possibile acquistare brani con DRM al prezzo vecchio o trasformare brani della EMI con il DRM in musica libera pagando la sola differenza, la musica oltre a essere libera ha una qualità migliore, sarà a 256 Kbps e non 128 Kbps come oggi sempre nel formato AAC, ovviamente occuperà il doppio di spazio e servirà maggiore tempo per il download. Una delle giustificazioni per la svolta, è la considerevole portata dei download pirata nonostante il successo di iTunes, però un’osservazione la debbo fare, se un utente ha acquistato un iPod ed usa iTunes per acquistare musica, perché deve spendere di più per avere la musica ascoltabile anche su altri player MP3 che a confronto appaiono il più delle volte dei catorci, o si guastano costringendo lo sfortunato (come il figlio di un mio amico) ad acquistare un iPod dopo diverse esperienze? Ora vedremo l’utente se ha veramente bisogno d’interoperabilità o se riesce ad apprezzare la maggiore qualità musicale. Credo sia tutto calcolato, niente DRM più guadagno per le Major, maggiori dimensioni del file per il download dallo store e anche per trasformarlo in file pirata, maggiore spazio occupato, maggiore vendita di iPod di taglia grande. Un altro aspetto da non sottovalutare è il prezzo legato alla riduzione della compressione dei brani, credo che una nicchia di appassionati sapendo d’avere brani indistinguibili dall’originale, farebbe pazzie e 1,29 euro non sono nulla. Alla fine mi sembra una buona mossa che porterà a breve altre case discografiche a medesime scelte, oltretutto chi era contro il DRM e per questo non acquistava un iPod, ora non ha più scuse, a tutto vantaggio dell’espansione del sistema Apple.

A confronto il sistema Zune di Microsoft fa pena, perde quote di mercato a soli cinque mesi dalla sua introduzione sul mercato, e il suo DRM nato dopo aver abbandonato quello realizzato nel 2004 apparirà come un qualcosa di nato vecchio, ricordo che qualche settimana fa quando Jobs annunciò che era giusto fare questa svolta, il responsabile del progetto Zune disse: “Ha parlato la montagna”. La EMI nell’accordo con Apple ha anche la possibilità di vendere musica senza DRM su altri store, vedremo chi continuerà ad andare avanti e chi indietro.