Giada De BlanckQuesta è un’ottima occasione per citare un importante riconoscimento come attrice rivelazione tributato a Giada De Blanck (foto dal book di Giada) da Carlo Delle Piane dal palco del teatro Unione di Viterbo in occasione del Cortoviterbo svoltosi la settimana scorsa.

Forse non tutti sanno che Giada è una vecchia conoscenza (sono passati solo 4 anni) della prima edizione dell’Isola dei Famosi a cui è arrivata grazie alla partecipazione ad una trasmissione cult nel suo genere “Chiambretti c’è”, era nel salotto di Balestra e lì diventò un volto televisivo.

Quest’isola rischia di marchiare i suoi concorrenti arrivati lì per un rilancio, sembra abbiano fatto l’autostop e sono scesi dopo un annetto ricco di ospitate e inviti con buoni ingaggi, ma poi, poi anche un famoso deve darsi da fare o altrimenti rimani solo nella memoria. Giada, da brava ex isolana, giovanissima con una carriera davanti da costruire, ha evitato totalmente i percorsi che potevano bruciarla, come accettare di fare un calendario o partecipare ad un films comico per le feste di Natale. Dopo l’isola ha avuto una coconduzione al festival di Castrocaro in prima serata su Rai1, ha condotto Miss Muretto ed è stata una delle quattro ragazze di “On the road” di un paio d’anni fa, ma mancava nel suo bagaglio qualcosa. A Giada mancava un po’ di mestiere per stare sul palco, per recitare, fare l’attrice anche se uno dei suoi sogni è fare la conduttrice, allora, partecipa a dei corsi e studia con l’aiuto dei migliori insegnanti. Nel corto (fuori concorso) che vi presento, Giada ha messo in luce le sue ottime qualità facendo parlare molto positivamente tutti gli addetti ai lavori e la critica.

Posso solo dire che la storia ha un finale emozionante, ma per me lo è ancora di più immaginando di sentire Giada recitarla, mi sembra d'udirla senza aver visto il corto. Un racconto ambientato ai nostri giorni ma opportunamente adattato insegna qualcosa in ogni epoca, in questa però Giada contribuisce in maniera rilevante, con il ruolo più difficile, capace di lasciare il segno ad un qualunque spettatore del corto.
Buona lettura

"Guardami dentro l’anima"

Scritto e diretto da Valter D’Errico

Attori principali:

GIADA DE BLANCK

STEFANO SAMMARCO

Con

VALTER D’ERRICO

Il filo conduttore di questa storia ci ripropone il tema del destino, ci riconduce ad un disegno predefinito sulla nostra vita, alle coincidenze e alle opportunità che ci si presentano.

Roberto(Stefano Sammarco), vittima di un incidente stradale, viene quasi graziato e lasciato in vita...perché di sicuro non era la sua ora e forse aveva ancora qualche compito da svolgere...
Capita spesso di essere soccorsi, come del resto è doveroso che avvenga, ma non capita altrettanto spesso di incontrare qualcuno che, nell’atto di soccorrerci, si avvicini a noi col desiderio e la volontà di scavare nella nostra anima, in un incontro che potrà determinare cambiamenti radicali nella nostra vita.

In questa storia, dunque, vediamo Gabriele (Valter D’Errico) come una presenza che dapprima si propone con atti di gentilezza e preoccupazione per il malcapitato, successivamente, quasi leggendo nell’anima del soggetto, servendosi di un colloquio affettuoso, quasi paterno, cerca di indurre Roberto alla riflessione sulle ragioni di certi comportamenti spesso legati alla necessità di rivestire il ruolo di “leader”, in un contesto quanto mai attuale che affronta il fenomeno del “bullismo”nella sua centralità.

Roberto, interpretato superbamente dal giovane attore Stefano Sammarco afferma di viverlo quasi come “un impegno sociale”, e non esita a mostrarsi molto seccato da questo “distinto signore” che non si sa per quale motivo si rivolge a lui come la voce di una coscienza tacitata da ormai troppo tempo.

Nonostante tutto, nell’atto di ribellarsi si tradisce un po’, lasciando spazio anche a qualche tratto di commozione soprattutto quando parla della condizione della sua famiglia

Grazie all’affettuoso colloquio con Gabriele, nelle vesti di questo “distinto signore” apparso quasi dal nulla, Roberto riesce a prendere in considerazione l’idea di avere anche altre possibilità su cui basare la propria autostima senza ricorrere agli eccessi di prepotenze e piccola delinquenza di quartiere.

Qualcosa dentro sé si unisce al linguaggio del suo interlocutore cambiando anche la sua prospettiva, l’angolo cioè, da cui osservare le cose, i fatti il vissuto...
Nel momento in cui questa nuova visione delle cose si fa più chiara “il distinto signore” sparisce dalla scena lasciando Roberto in un clima di perplessità.
Nell’atto di allontanarsi dal bar presso il quale è avvenuto questo scambio di vedute Roberto è testimone di un’aggressione da parte di un gruppo di ragazzotti che in un vicolo un po’ buio tentano di borseggiare e violentare Giulia( Giada de Blanck).
Roberto, che nel suo normale agire avrebbe cambiato strada, per un qualcosa che sente scattare dentro sé, accorre in aiuto della ragazza.
Nell’atto di difenderla e proteggerla ad ogni costo, da uno degli aggressori parte un colpo di pistola, quello che lascerà Roberto esanime sull’asfalto tra le braccia di Giulia che urlerà il suo dolore in un modo straziante e incontenibile. Il dolore di chi vede un ragazzo che neanche conosce, offrire la propria vita per la difesa di lei, una donna, che per lui rappresentava la vittima del sopruso, della violenza che in qualche modo Roberto aveva deciso e di combattere per primo e per la prima volta.
E’ stupefacente la capacità di Giada di interpretare il dolore e di trasferirlo nel suo senso più proprio con note profondamente umane.
Quel dolore gridato alla strada, al cielo al mondo, urlato con una rabbia, desolazione,disperazione incommensurabili.
E’ la voce di chi dimentica il torto e la violenza subite poco prima, trasferendo l’attenzione su ciò che sta accadendo, prendendo coscienza, cioè, e forse mai prima d’ora nella sua vita, di un qualcosa di drammaticamente irreversibile.
Brava davvero Giada nel superare i limiti di una ripresa, facendo davvero suo lo scorcio di vita di questa ragazza e la reazione che inaspettatamente
l’ ha coinvolta.

Ed ecco che ricompare Gabriele, insieme ad altri passanti, nelle vesti di quel “signore distinto”
...Ma alla fine quest’uomo chi era? Da dove veniva e, soprattutto chi voleva rappresentare? Un angelo forse? Un incontro casuale ma previsto da un destino che per caso salva la vita offrendo ancora una possibilità per riscattarsi ?
Chi lo può dire? Però, com’è straordinaria la vita!!

Soprattutto com’è straordinario questo Cortometraggio che in un tempo ristretto, attraverso una serie di simboli, focalizza l’attenzione su un messaggio dai contenuti importantissimi.
L’incidente, l’incontro casuale, il colloquio, la presa di coscienza di un possibile cambiamento, la coincidenza e la messa a repentaglio della propria vita come scelta forte e come riscatto, e in ultimo l’imprevedibilità del finale.
Un film sicuramente al alto contenuto pedagogico, nonostante la crudezza di certe scene, che rende perfettamente l’idea del senso del destino che a volte appare imperscrutabile, altre anche troppo ovvio.
La scelta della canzone “anime contro anime” cantata dal un artista che di regala grandi emozioni Fiumanò Domenico Violi non poteva essere più centrata.
Complimenti!!! Complimenti a questi tre ragazzi che ci hanno dato grandi emozioni solo con il loro essere semplicemente artisti e quindi donarci la loro essenza con grande amore....

Bonetti Paola