Ieri ho assistito con i miei occhi all'abbattimento di un lampione della luce. Con un camion vengono giù facilmente e senza danni all'automezzo.

In un parcheggio ricavato ai bordi di una strada con marciapiede i camioisti devono stare attenti ad accostare per non urtare con lo specchietto retrovisore destro i lampioni che sono installati ai bordi del marciapiede stesso. Un camionista andandosene, aveva un camion davanti e uno dietro, ha sterzato tutto a sinistra e uscendo la coda del camion ha invaso un po' il marciapiede, a sufficienza per riuscire ad abbattere il lampione che guarda caso si trovava sulla traiettoria. Quando ha sentito dei rumori, si è quasi fermato, accortosi che era solo il lampione e che non sarebbe caduto in testa a nessuno ha proseguito, fermarsi significava perdere il fatturato del giorno, il palo si è piegato fino a terra come fosse di carta velina, altre due persone presenti sono rimaste sbigottite e abbiamo guardato questo bilico vuoto andarsene con questo grosso logo disegnato dietro la cabina e sul retro del camion, un’ovale con i colori della bandiera italiana. Forse non si vedrà mai più parcheggiare lì, forse non tornerà mai più da queste parti a Castelfranco Emilia. Gli automezzi pesanti producono tanta usura all’asfalto, compresi i bordi in porfido dei marciapiedi o aiuole che se investiti si distruggono dopo il primo passaggio, ora distruggono anche i lampioni che sono sicuramente ben più utili dei bordi di un marciapiede, ma soprattutto un atteggiamento nei confronti di un bene pubblico sufficiente per accusarlo di vandalismo e pirateria.