Sono contento che il gruppo FIAT ed altre grandi realtà italiane conquistino il mercato cinese. La presenza di Prodi come Primo Ministro italiano la ritengo superflua, un gettone consumato solo per abbinare il suo nome alla futura penetrazione sul mercato cinese delle auto italiane. Entro il 2010 saranno prodotte 300.000 auto su territorio cinese, queste sono le cifre del successo, ma altre cifre che produrranno la chiusura di molte piccole realtà italiane, è politicamente sconveniente farle conoscere. La presenza di Prodi in Cina è sicuramente un'occasione per chiederci in cambio la possibilità di penetrare il mercato italiano e da qui giungere l'intera Europa, lasciando a chi legge immaginarsi con quali conseguenze.

Vorrei ricordare che in passato la FIAT ha costruito fabbriche e raggiunto partenariati importanti dapprima in Russia e nei paesi del blocco dell'Est poi in Brasile, Turchia, Cina, Argentina ed India costituendo un ponte diplomatico, per i governi italiani, soprattutto con la Russia e i paesi dell’est. I vari paesi nei quali la FIAT ha costruito fabbriche, non chiedevano come contropartita l’invasione dei mercati italiani con loro prodotti, la FIAT è un’azienda privata, non statale. Se invece un accordo con la Cina è ufficializzato con la presenza del primo ministro italiano, pensate sia possibile uscirne senza che la Cina ci chieda d’aprire i suoi mercati ai prodotti cinesi? Pensate che quei prodotti siano concorrenziali con i grandi gruppi industriali che costruiranno fabbriche in Cina? Direi proprio di no. Questi prodotti cinesi metteranno a rischio numerose piccole realtà italiane, datori di lavoro e dipendenti senza distinzione (come sta già capitando per il settore tessile e calzaturiero).

La visita di Prodi in Cina è solo un’ulteriore tassa regalata all’Italia.