Leggo con stupore il DDL del 8 febbraio ’07 e non posso credere che chi si professa contrario al matrimonio anche se civile, oggi sia favorevole ai DiCo, perché introducono delle regole che appartengono al matrimonio stesso, quindi, se vi sei contrario sei anche contro i DiCo, dico io.

La regola che t’impone in caso di malattia di assistere il convivente è tra le più assurde, insomma, cercate di capire due individui che si vogliono bene e decidono di convivere, secondo voi c’è bisogno di dirgli che deve assistere la persona con cui convive? Nel malaugurato caso in cui una coppia decida di convivere, se uno dei due s’ammala, è proprio il caso che non vi sia un obbligo di Legge che dica che hai l’obbligo di fornire assistenza sanitaria, almeno si capisce di che pasta è fatta la “metà sana” e quella “malata” può decidere d’abbandonare la convivenza appena ripresasi nel caso in cui vi siano stati dei comportamenti insani.

È poi sufficiente una durata minima variamente calcolata, per una convivenza per accedere ad una serie di diritti tipici del matrimonio, tra questi anche l’assegnazione d’alloggi pubblici, ovviamente in competizione e a danno di chi essendo regolarmente sposato va in cerca di una sistemazione.

Ma poi ci sono risparmi su tasse eredità, alimenti da versare in caso d’interruzione della convivenza al convivente bisognoso. Leggendo bene il DDL non vi sono limitazioni al numero di persone che convivono, quindi, possono nascere degli harem legalizzati?

Questa non è convivenza, ma un matrimonio malfatto e il vero istituto del matrimonio è svilito, svalorizzato e pure ostacolato. Fino a ieri la convivenza era così bella e carina, una specie d’avventura che ti accende, si risparmiano un po’ d’euro per affitto, luce, riscaldamento, telefono fisso, etc, non bastava? Ci mancherebbe solo che nei DiCo mettano la clausola che per convivere occorre un rapporto affettivo in essere (forse non è richiesto).