Ecco un post del blog di Beppe Grillo che mi piace (citato per intero qui sotto), sarà perché parla di tasse e si sa, non piacciono a nessuno, ma ritengo che pagarle non significa essere per forza un santo o pazzo, ma fare il dovere di cittadino, però il concetto di fondo espresso con questa citazione lo condivido. Per fare un esempio estremo ipotizziamo che un individuo faccia un anno fantastico, paga il saldo per l'anno precedente, ha l’anno in corso scarso e versa un acconto in base al reddito dello scorso anno, poi essere così sfortunato da morire il giorno dopo. Lo Stato in quel modo ha incassato dei soldi che non gli spettano, e gli eredi del defunto avrebbero diritto a chiederne la restituzione a fronte dei risultati ottenuti fino a quel momento. Ok è un esempio di cattivo gusto, ma lo Stato ci specula sopra, o conoscete qualcuno che ha incassato il malversato?
Siccome l’acconto si paga quando oramai sono passati 3/4 dell’anno, sarebbe giusto fare un conteggio con una proiezione su 12 mesi, altrimenti si rischia di far pagare soldi a chi non li ha, ma questa è una storia vecchia, i governi amano spennare chi non ne ha da sempre, se hai l’auto piccola e vecchia perché il reddito non ti permette l’acquisto di una nuova, ti tassano con il bollo perché inquini, con gli studi di settore se hai un’attività in montagna sei obbligato ad avere un reddito come se tu l’avessi in centro a Milano e per Legge sei obbligato a pagare le tasse sulla differenza tra il fatturato che hai fatto e quello che gli studi di settore presumono tu possa realizzare, secondo una logica assurda per la quale l’importo dell’IVA relativa alla differenza di reddito presunta è un’evasione. In questo modo lo Stato effettua un vero furto, questo è il pizzo di Stato.
In mezzo a questa situazione ci si mettono quelli che pur guadagnando molto si lamentano 100 volte di più, ma vanno in giro con un Cayenne e non con una Punto Jtd, questo m'infastidisce, sembra perfino che la loro voce sia più importante e rispettosa. Sarà perché tra simili ci si intende?
Una domanda domenicale. Qualcuno forse risponderà. Perchè le imprese dovrebbero pagare le tasse in Italia?
Un imprenditore apre una società. Riesce a fare utile. E’ così onesto da non eludere, evadere, corrompere. Dichiara tutto.
Lo Stato, per premiarlo, lo tassa subito il doppio.
Infatti se l’azienda ha fatto utili, lo Stato ha la massima fiducia che l’anno dopo ne farà almeno altrettanti.
Questa fiducia nelle capacità del contribuente si traduce in un anticipo di tassazione. Pari quasi a quella dell’anno in corso. L’imprenditore paga, insieme alle tasse dell’anno, un presunto reddito in anticipo. Il reddito è ipotetico, ma le tasse sono reali.
I soldi del presunto reddito sono sottratti agli investimenti per la società. Ad assunzioni, tecnologia, macchinari. E, soprattutto, sono presunti. Perchè si deve pagare sulla presunzione di reddito del futuro? E' il fisco di Nostradamus. E per le società di recente costituzione, se fanno utili nei primi anni, può essere una mazzata tale da farle chiudere. Meglio allora fare perdite.
Solo un santo o un pazzo può dichiarare tutti gli utili con questo meccanismo infernale. Lo Stato vuole soldi, più soldi. Vuole cassa, sempre più cassa. Ma li pretende dai contribuenti onesti. Non dagli evasori. Troppo difficile. Meglio mandare una cartella di richiesta di 20 euro di tasse più le sanzioni (succede), che colpire gli evasori.
A questo punto lo Stato potrebbe pretendere un presunto anticipo di tassazione su ogni rendita. Sulle eredità, ad esempio. Nell'anno successivo alla prima può sempre mancare un altro parente. Sulle vincite al Lotto. Sul Gratta e Vinci.
Se Padoa Schioppa legge questo post sono sicuro che lo farà.