BLOG di Luciano Testi

Sabato 26 Maggio 2007

Codice di condotta per Blogger, le regole di O'Reilly

blog di lucienQuesto post, che si occupa di etica dei blogger, è stato scritto da Elisa su hightech.blogosfere.it il 2-Apr-2007
I miei commenti all'interno del Post di Elisa, sono di questo colore.

Inizio post di Elisa
Un codice di condotta per blogger, ovvero come comportarsi in caso di commenti sgradevoli, discussioni troppo animate o minacce, come successo nel caso di Kathy Sierra. A rispondere è Tim O'Reilly, personalità di primaria importanza nel mondo dell'open source.

O'Reilly si rifà proprio alle minacce ricevute dall'amica e collega Kathy Sierra per stilare sette regole d'oro che ogni blogger dovrebbe seguire nel gestire i propri commenti. Quante volte di fronte a un commento poco gradito si ha la tentazione di cancellarlo? Per O'Reilly sarebbe un grave errore...

Ecco le sette regole postate da Tim O'Reilly sul suo blog, Radar:

  1. Sii responsabile non solo delle tue parole ma anche dei commenti che consenti sul tuo blog.
    You own your own words, ma non solo: ogni blogger è responsabile del tono che consente di usare sul suo blog.

  2. Esprimi il tuo livello di tolleranza
    Fai sapere immediatamente a chi legge quali toni vuoi che si tengano sul tuo blog.

  3. Pensa a come evitare i commenti anonimi
    Richiedere un indirizzo e-mail valido a chi vuole commentarti non ti salverà dai commenti anonimi ma chiarirà a chi ti legge che dai valore alla responsabilità.
    L'architettura dello script del blog scelto (vedi Powered by DOTCLEAR) obbliga all'inserimento di un nick, l'email è facoltativa ma la vorrei obbligatoria e verificabile in automatico (almeno per disincentivare lo spam), pure il sito web del commentatore è facoltativo. Togliere certi obblighi, rende più liberi di commentare, anche se non è bello, ma nella realtà spesso capita allo stesso modo, il nome non si dice subito. Purtroppo, ho dovuto considerare come spam, tutti i link per impedire la messa on-line d'ogni tipo di porcheria, a causa di quest'ultima scelta qualche commentatore che ne lascia uno lecito, sarà reso visibile solo quando sono in grado d'accedere agli strumenti d'amministrazione.

  4. Ignora i trolls
    Certe volte bisogna opporsi ai bulli ma altre volte la migliore cosa da fare è ignorarli. In altre parole Never wrestle with a pig. You both get dirty, but the pig likes it.
    Essere ignorato dai trolls è quasi come avere un blog ignorato, ma vi giuro che di spam ne ricevo tanto.

  5. Porta la conversazione offline e parla direttamente con gli interessati.
    Così facendo si crea più spazio perché nasca una vera conversazione.
    Se diventa prolissa, non vedo motivo di continuarla, a meno che un eventuale chiarimento non obblighi a comunicare dati personali. Ho lasciato alcuni commenti OT perché di rilievo, anche se preferivo ricevere un'email, poi eventualmente se me la sentivo d'affrontare l'argomento, vi avrei dedicato un post molto volentieri.

  6. Se qualcuno che conosci si comporta male faglielo notare.
    Lo devi a loro, alle vittime di comportamenti errati e a te stesso: non restare in silenzio.
    Se non sarà troppo difficile, seguirò il consiglio.

  7. Non dire nulla online che non diresti di persona.
    Immagina la persona a cui stai parlando come una persona reale.
    A volte spero che gli interessati leggano, ma molto dipende da google, e da quanto tempo perdono a navigare.

O'Reilly conclude: celebriamo la blogosfera perché permetta una conversazione franca e aperta in modi che da tempo mancano sui media mainstream [...] ma la franchezza non deve significare mancanza di civiltà. Non c'è ragione per cui dobbiamo sopportare online conversazioni che non tollereremmo nel nostro salotto.

Fine post di Elisa


In rete si trovano blog con pagine e pagine di commenti spammatori, spesso sono blog abbandonati, purtroppo o si avvisa chi li amministra o la loro presenza può disturbare la considerazione che un nuovo visitatore si fa dei blog. Rimane sempre valido l'atteggiamento di chi navigando su internet alla ricerca di opinioni alternative, comincia per conto suo a selezionare, e quelli che ritiene validi prima o dopo vi ritorna.

Un esterno, non conoscitore del mondo dei blog, potrebbe dire che abbiamo scoperto l’acqua calda, nel senso che non esiste luogo dove sia lecito comportarsi da incivili, che sia un sito web, una chat, un forum, Second Life e qualunque altro sistema di comunicazione impiegato, non importa, tutto deve essere equiparabile alla vita reale. Ovviamente i furbetti sono sempre dietro l’angolo, e godendo di un supposto anonimato alcuni ritengono di poter fare quello che non avrebbero il coraggio di fare nella vita reale. Ecco allora nascere degli strumenti di moderazione e in certi casi, almeno in Italia, è necessario far intervenire la Polizia Postale.

La scomparsa delle donne, un libro di Marina Terragni

Non è la recensione del libro, ma ho sentito su RMC la news con l’autrice in collegamento telefonico per pochi secondi. Il titolo fa pensare, ti vengono in mente tante cose che poco alla volta hanno permesso alla donna di conquistarsi uno spazio maggiore nella società, ma ogni cosa ha il suo prezzo.

Un titolo, un programma, sono diverse le conquiste sociali ottenute dalle donne dal ’68 ad oggi grazie al femminismo, determinando una lenta e progressiva scomparsa della donna nella donna. Più di 30 anni fa il referendum sull’aborto legalizzato, poi arrivò la pillola anticoncezionale, e oggi quella per evitare quel fastidio mensile, libera la donna, la trasforma in un competitor sul mondo del lavoro e spesso anche in casa. In compenso per sentirsi donne e attraenti spesso si fanno siliconare le tette, ma al di là delle apparenze che nel mondo animale è importante per il formarsi delle coppie, l’uomo alla fine cerca solo una donna da amare, proteggere e per far allevare i propri figli. Ieri essere cavalieri era un gesto di civiltà, oggi se uno fa il cavaliere è sinonimo di corteggiamento, cioè, uno che ci prova. D’altronde la donna stessa fatica a trovare l’uomo di qualche decennio fa e forse comincia a chiedersi perché. Ritengo rilevante che un titolo del genere l’abbia scelto una donna, l’avesse scritto un uomo potrebbe ritrovarsi delle critiche poco edificanti ma altrettanto indicative del nostro periodo. In parallelo si vive meglio, ci si diverte di più, ma ci sposiamo in media 10 anni dopo, facciamo meno figli, una media inferiore a 2 in molte regioni, ma in questo scenario entrano le famiglie di immigrati con più di 3 figli a coppia a bilanciare la media, infatti pur vivendo peggio di una famiglia italiana d’origine con due figli, stanno meglio che al loro paese.

Ma il problema per noi occidentali è come riscoprire ciò che abbiamo (o crediamo d’aver) perso. Una presa di coscienza c’è stata, questo libro darà risposte o apre nuovi interrogativi? Io credo che quando tornerà la donna, tornerà anche l’uomo. Non credo nemmeno che sia tutto nero o tutto bianco, nel senso che stiamo parlando di tendenze e come tali, a molti non appariranno come un problema. Ma tanto è bastato per farne un libro.

La scomparsa delle donne
di Marina Terragni (Mondadori 2007).
(Foto dal blog maschiselvatici.blogsome.com)

Si dice in rete:
La donna è scomparsa, anche nel Tango
Milano - La scomparsa delle donne. Interrogativi dal libro di ...
C’è una cosa (sola) che l’uomo ha più di noi: il potere
La femminilità è a rischio?

Api e telefonini: odio a prima vista?

api

Una ricerca condotta da un gruppo di scienziati tedeschi avrebbe stabilito un legame tra il "Colony Collapse Disorder" che sta diventando un'epidemia tra le api e le radiazioni emesse sulle frequenze dei telefoni cellulari, scrive il britannico The Telegraph. Negli Stati Uniti, ma anche in Italia, in Grecia, Gran Bretagna, Polonia, Portogallo e Spagna pare che i casi di alveari abbandonati tra primavera ed estate dalle giovani api siano sempre più in aumento forse per cause legate al diffondersi dei telefoni cellulari.

Permalink della notizia: nova.ilsole24ore.com

Se bastasse, occorrerebbe non utilizzare certe frequenze e/o ridurne la potenza in certe aree per un breve periodo dell'anno. Il rischio è l'interruzione d’alcuni cicli vitali per le piante e fiori. Sarebbe una catastrofe, evitabile facilmente. Se la causa non è questa, c'è poco da stare allegri, è sempre colpa d'inquinamento fatto da noi umani.

P.S. Sarei curioso di sapere quanti sarebbero disposti a rinunciare al cellulare per difendere le api, ci si incontrerebbe di più? I carrier di telefonia mobile faranno controinformazione e diranno che i loro ripetitori sono in aree controllate, bla, bla, bla …