Non è l’ennesimo e filosofico post dove l’autore crede d’aver trovato un’alchimia nuova per pubblicizzare le auto, ma vi farò scoprire qualcosa di concreto.

Trucco 1.
Ogni tanto le agenzie pubblicitarie fanno cavolate, come quella vecchia (un po’ d’anni indietro) pubblicità che non scorderò mai, dunque, a un certo punto dello spot l’auto ti viene incontro e nelle intenzioni del pubblicitario mancava qualcosa per far vedere che quell’auto non si ferma di fronte a nessun ostacolo, allora cosa si è inventato? Ha deciso di far investire una piccola pianticella con un fusto di 3 o 4 cm e alta circa 2,5 mt, ma appena la tocca, la pianticella anziché flettere in avanti, cioè verso l’osservatore, piega decisamente sul lato sinistro dell’osservatore, cioè contro le leggi della fisica, e pensando che il pubblico non abbia alcuna capacità innata d’individuare come innaturale quell’azione di causa-effetto. Ricordo che l’auto era una Renault, per me era così illogico quell’effetto, e mi piaceva così tanto mostrare a me stesso che avrei fatto meglio di loro, da non chiedermi il perché lo hanno fatto in quel modo. Oggi senza una ragione, o logica in questo, me lo sono chiesto e la risposta è venuta subito da sola, se facevano cadere la pianta in avanti, oscurava l’auto durante il movimento e questo era da evitare, specialmente negli ultimi secondi finali dello spot. Come hanno fatto a farla cadere di lato? Semplice, hanno collegato un cavetto sottile ma resistente, alla sommità della pianta, sincronizzato bene l’arrivo dell’auto che procedeva lentamente (il video sicuramente è accelerato), e la flessione della pianticella ottenuto con uno strattone deciso al cavetto, magari con l’aiuto di un peso da lasciar cadere o altro sistema in grado d’agire repentinamente, e il gioco era fatto anche se il risultato era un po’ buffo.

Trucco 2.
Quando si guarda uno spot, l’audio gioca un ruolo fondamentale, perché giunge ad uno dei dei due sensi su cui fa leva, quindi, il rombo del motore, dell’auto mentre passa per strada, la silenziosità del vetro elettrico, un tergicristalli in azione, possono risultare piacevoli. Un esempio fra tutti, il rumore di un motore Porsche è riconoscibilissimo, tra l’altro lo hanno brevettato, o il rumore di una portiera che si chiude, più si avvicina a quello di una Rolls-Royce e meglio è. Ma c’è un ma, siamo sicuri che i rumori di uno spot siano quelli reali? Guardiamo il video che segue e rendiamoci conto che un’auto, deve piacere di più che nella realtà.