Due sere fa ho acquistato a Grandemilia, noto ipermercato di Modena, delle bibite per un importo di poco inferiore a 40 Euro, ma che non riuscivo a pagare con le banconote di taglio piccolo che avevo ed era venuto il momento d’usare quel magnifico foglietto della Zecca di Stato del valore di 500 Euro che un incasso in contanti mi ha permesso di possedere per breve tempo. Appena la giovane cassiera lo vede fa la faccia leggermente incredula e ripetute verifiche al tatto applicando tutti i trucchi conosciuti per verificarne la validità, infine con la solerzia e una specie di solennità operativa di chi è cosciente che non tutti i giorni capita d’avere clienti che comprano meno di 40 Euro pagando con banconote di quel taglio. Fa tutte le operazioni successive con grande attenzione a partire dal calcolo del resto come se le indicazioni dello scontrino fossero da verificare, non si sa mai, infine preleva contante dalle vaschette sfilando vari foglietti, stavo per dire “Tagli grossi, grazie”, poi ho desistito e sono rimasto ad osservare le operazioni, mi sembrava d’essere andato a fare un prelievo in banca. Infine ha conteggiato il contante quattro volte, prima per conto suo due volte poi riconsegnandomeli, si sono fermati durante il primo conteggio sul tappetino, poi consegnandomi definitivamente le banconote a gruppi secondo il loro taglio, ebbi l’impressione che la cassiera avesse perfino una predilezione nei riguardi di quel taglio di banconote, o di chi le spende, e il solito rituale mi avrebbe visto allontanarmi più velocemente dalla cassa, infatti, lei (la cassiera) osserva tutte le operazioni di sparizione del resto di 500 dentro il mio portafoglio, durante questa fase solitamente iniziano a far passare dal lettore di codice a barre gli articoli del cliente successivo, appena ho finito mi saluta con un bellissimo sorriso che non avevo visto farle quando arrivai alla cassa.
Però, hai visto com’è cambiata? Mi sono detto tra me e me, e lasciando la cassiera mi sento soddisfatto per la piccola esperienza che mi ha fatto sentire osservato con occhi diversi, ma è solo sforzandomi che riesco a pensare (quello che penso normalmente quando non sono coinvolto) che spesso determinati contesti sono in grado di falsificare le relazioni.