La rivista FOCUS di Ottobre 2007 mette in copertina una frase molto esplicativa, “Il nostro cervello è fatto per la giungla e spesso ragiona ancora da ominide, ora vive con l’elettronica e i videogiochi stanno modificandolo (forse in meglio)”.

In futuro grazie all’elettronica che permette al nostro cervello d’esercitarsi di più e meglio, saremo tutti più intelligenti, ma saranno ancora presenti gli istinti che hanno consentito alla nostra specie di battersi con gli animali nella giungla?
La vita di tutti i giorni richiede d’occuparci di parecchie cose non fondamentali per la sopravvivenza, in quanto il cibo è disponibile con abbondanza e comodità a costi contenuti.
Però pur non avendo bisogno d’andare a caccia ogni giorno assistiamo a liti e battaglie principalmente in tutto il mondo per la conquista di maggiori diritti o potere, quello che mi chiedo è quanto tempo dovrà passare perché l’elettronica spinga la nostra mente a un livello tale da lasciare tutto ciò alle spalle, perché sulla Terra non c’è più nulla da conquistare, c’è solo da difenderla da ciò che è stato fatto di male fino a oggi e che potremmo fare domani.

Ai giorni nostri è divertente vedere un drappello di persone di varia estrazione, che dal mondo civile con tutte le sue comodità, si calano in una realtà simile a quella che l’uomo viveva quando giorno per giorno doveva procurarsi il cibo con le proprie mani. È divertente vedere come l’organizzazione quotidiana e le regole sono tutte da rifare e interpretare secondo le esigenze del gruppo o la capacità di un singolo individuo d’essere il leader di tutti.

Questo gruppo esiste ed è andato all’Isola Dei Famosi un reality-show di Rai2 e appare evidente che di fronte ad esigenze primarie, come sfamarsi, ognuno di noi sfodera gli artigli per garantirsi cibo e le armi possono essere le più svariate, chi ha cultura gli bastano poche parole ben spese (vedi Cecchi Paone) oppure altri mangiano di nascosto le riserve o raccontano bugie, eccetera.

Fra qualche secolo avremo ancora l’istinto che ci permette di sopravvivere e organizzarsi in un ambiente naturale come la giungla? O saremo come le mucche da allevamento che in caso d’estinzione dell’uomo sarebbero vittime degli animali predatori rimasti, cioè incapaci di provvedere alla propria sussistenza e difesa?

In questo contesto osservare un drappello di persone su un’isola in condizioni di sopravvivenza, è interessante e offre molti spunti di discussione.