Entro pochi giorni si deve esprimere la IAAF sulla partecipazione di Oscar Pistorius alle olimpiadi di Pechino del 2008.
Pistorius, attualmente non è in “quarantena” per doping o in accertamento, ma per motivi che appaiono alquanto inconsueti, visto che per una malformazione alla nascita a 11 mesi gli hanno amputato entrambe le gambe sotto il ginocchio, questo non gli ha impedito dal praticare nuoto e rugby e dopo un incidente passare alla più sicura atletica leggera sulle distanze 100, 200 e 400 mt.
Vi chiederete che cosa c’entra la IAAF con Pistorius, ebbene, consapevole dei suoi mezzi, a luglio 2007 chiede di partecipare al Golden Gala di Roma insieme ai normodotati e sulla distanza dei 400 mt arriva secondo.
Avevo letto di lui sulla rivista FOCUS, il segreto di quest’atleta, sono le protesi utilizzate durante le gare, sono in fibra di carbonio, elastiche e leggere e contribuiscono ad incrementare le prestazioni per compensare alla spinta aggiuntiva dell’articolazione della caviglia mancante, ma questo è proprio il punto che fa maggiormente discutere.
È scontato che una protesi, adeguatamente progettata può fornire risultati più che esaltanti rispetto lo standard, facendo riferimento alla foto, le loro dimensioni e flessione sono calibrate alla distanza tra l’articolazione del ginocchio e la testa del femore sull’anca ed il peso dell’atleta, la posizione d’appoggio a terra un po’ avanzata per evitare che con la spinta tendano a ruotarsi sui monconi di gamba naturali che gli sono rimasti sotto i ginocchi, sembra, comunque, che dall’appoggio a terra al ginocchio ci sia una distanza maggiore rispetto ad un arto naturale. Per queste ragioni a Roma lo hanno messo nella nona corsia, quella più esterna, ma quando è arrivato nel rettilineo finale ha incrementato costantemente la velocità passando dall’ultima posizione a conquistare la piazza d’onore. Indubbiamente in rettilineo sembra che galleggi, deve solo imprimere un po’ di spinta in avanti per prendere velocità, unico limite la frequenza del passo che riesce a reggere.
Ma l’analisi dei risultati non si ferma qui, ci sono altri fattori che determinano il risultato finale, ad esempio, avete mai provato a correre (io ho fatto atletica leggera per tre anni) con delle zavorre alle caviglie e poi farlo senza e a piedi nudi? Vi sembrerà d’avere le ali ai piedi, ora immaginate la situazione di Pistorius, senza il peso della muscolatura dei polpacci e quello dei piedi, al loro posto qualche etto di carbonio, con risparmio di lavoro a carico della coppia cuore-polmoni e alla possibilità di muovere gli arti con una cadenza superiore con un dispendio energetico inferiore, inoltre, la maggiore lunghezza della protesi rispetto l’arto naturale, fornisce un tocco in più. Se nei 400 mt non dovesse fare due curve e non avesse problemi alla partenza, avrebbe già fatto il record dei 200 e 400 mt. In futuro non è detto che le sue protesi migliorino ulteriormente, con materiali tecnologicamente più evoluti, quest’atleta vedrebbe le sue prestazioni ulteriormente incrementate, mentre un normodotato al massimo può usufruire di un paio di scarpette che calzino meglio e con qualche grammo in meno di peso che di certo non decidono nulla in una gara, visto che le possono indossare tutti.
L’atipicità di Pistorius, l’uomo che senza gambe corre più forte di uno normale grazie all’aiuto della tecnologia, solleva discussioni a riguardo la sua partecipazione alle prossime olimpiadi. Normalmente chi avrebbe il coraggio di rifiutare ad un handicappato la partecipazione ad una gara, e poi in una specialità dove l’integrità è basilare per un pieno risultato, questo è quello che deve aver pensato Pistorius dopo aver visto che tempi faceva con le nuove protesi del valore di qualche decina di migliaia di Euro.
In passato senza materiali tecnologicamente avanzati come le fibre di carbonio, chi subiva l’amputazione delle gambe sotto le ginocchia non poteva competere con i normodotati, se oggi questo avviene è, quindi, per merito della tecnologia, cioè è un doping tecnologico e la sua esclusione definitiva dalle olimpiadi del 2008 da parte della IAAF, sarebbe comprensibile.
Oscar, nonostante, l’handicap, vive sereno ed ha già raggiunto un certo successo, sconosciuto a molti normodotati, spero che altri in condizioni fisiche simili, possano trarne un beneficio nell'immediato.

La rete ne parla:
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http://video.libero.it/