BLOG di Luciano Testi

Domenica 27 Gennaio 2008

Il vestito di capelli di Julia Reindel

Per fortuna si tratta del risultato di un concorso organizzato dalla Royal Academy of Art a Piccadilly presso il London College of Fashion Awards cui partecipano solo degli studenti. Tra tutte le idee viste, si parla solo del vestito di capelli umani pensato e realizzato da Julia Reindell.

Al di là dell’idea, e del fatto che sia tecnicamente possibile utilizzare capelli per fare un tessuto (o pelliccia?) e, quindi, un abito, è incontestabile che a me farebbe un certo effetto indossare qualcosa che ha origini umane, se tocchi una donna che indossa un abito simile, ti sembrerà di toccargli sempre la passerina, o di non arrivarci mai. Mi chiedo anche se la Reindell ha potuto decidere di che colore doveva essere il vestito, o se è andata avanti secondo la disponibilità di materia prima.
Il lavaggio di un vestito del genere, certamente non richiede detersivi ma shampo e al posto del ferro da stiro il classico asciugacapelli.

Un aspetto assurdo è vedere quali e quanti sforzi fanno le donne per depilarsi accuratamente ed essere più desiderabili, per poi indossare vestiti realizzati con i capelli umani. Certamente questa Reindell ha un futuro, ma dovrebbe anche sapere che qualche decennio fa c’era chi realizzava delle poltrone in pelle umana, ne ho visto una alla Biennale d’arte di Venezia, e oggi il solo sapere che la materia di un vestito è di origine umana, mi ricorda quella poltrona, e la coincidenza vuole che sia avvenuta proprio il 27-Gen-’08.

Per San Valentino regala un iPod rosa

Non sono sponsorizzato dalla Apple, ma l’idea dell'iPod rosa calza a pennello, non solo il regalo è carino, ma potreste fare di più, registrarci l’album delle foto dell’ultima vacanza, la vostra canzone preferita, un video dove le dite delle cose carine, non è una banalità, ma uno strumento che modifica il modo con cui si comunica, sicuramente più coinvolgente, anche se consiglio caldamente d’accompagnarlo con qualche rosa rossa.
Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha pensato di fare un regalo simile.

Questa ricorrenza, che coinvolge gli innamorati, spesso produce iniziative a volte discutibili, si legge di regalini erotici per ravvivare la coppia, spesso avviene tra persone che non hanno una relazione stabile, a volte si è solo colleghi d’ufficio, e se non si riesce a far ridere, l’essere trasgressivi a tutti i costi trasforma una serata in qualcosa di squallido anziché aprire nuovi orizzonti. Ok, se proprio dovete far sapere alla vostra donna che di lei v’interessa solo il lato porchetta, non proponetelo come se fosse la cosa principale, abbiate un po’ d’intelligenza, almeno trovate il modo d’essere intriganti senza essere volgari.

27 Gennaio: giorno della memoria

Oggi pomeriggio mi sono visto La Rivolta, ottimo film sulla situazione gravissima degli ebrei nel ghetto di Varsavia.

Più tardi vedo Pippo Baudo con ospiti ebrei in studio e scopro un paio di cose, la prima mi pare ovvia, che oggi è il giorno della memoria della liberazione dei deportati di Auschwitz.
La seconda scoperta è legata alla scaletta di domande che Pippo Baudo rivolgeva ai suoi ospiti ebrei, in pratica una serie di luoghi comuni che per qualche istante mi hanno fatto pensare che da quel fatidico gennaio 1943, non siano affatto passati 65 anni. Baudo ha sempre avuto risposte intelligentissime cui non era in grado di replicare, ogni volta mi sorprende la cultura di questa popolazione.

Credo che la memoria, sia un atto dovuto, ma in considerazione della scarsa presenza in TV nazionale di questa piccola comunità, dopo i ricordi mi sembra altrettanto doveroso parlare di più della loro realtà ai giorni nostri.

Grandemilia: FAI-DA-TE vs SPESA-E-VIA

Di recente vi avevo parlato dei nuovi cestelli della spesa, più grandi in versione trolley, introdotti all’unico scopo d’aumentare l’ambito desiderio di fare acquisti e versare sempre più Euro nelle casse della COOP, le novità non sono finite, sono arrivate le casse FAI DA TE nuove.

Ho preso un libro che ho pagato nelle nuovissime casse FAI DA TE che oggi si chiamano SPESA E VIA. Le casse FAI DA TE, erano stazioni per chi ha meno di 15 articoli, dove fai tutte le operazioni necessarie come in una cassa assistita da operatore, se avevi la tessera socio la passavi sotto il lettore e a seguire ogni articolo, che deponevi nella sportina di plastica appesa (la cui apertura era un’operazione odiosa, non si aprivano mai) il cui fondo era su una bilancia che segnalava anomalie come il mancato deposito di un oggetto dopo averlo letto o un incremento senza averlo conteggiato, un modo banale per controllare la correttezza delle manovre anche se sicuramente qualcuno passava al lettore un oggetto e ne infilava due nella sportina. Terminate le operazioni al lettore, paghi con le modalità a te gradite (non si fa credito), ritiri lo scontrino, il resto e la borsina di plastica con i tuoi articoli e te ne vai. Preciso che tutte le operazioni avvengono davanti ad un’unica stazione, e che le borsine di plastica erano gratuite per invogliare i clienti a sfruttare il servizio e quando ritiri la spesa, hai le mani libere e devi solo uscire. Ovviamente questo tipo di casse ha avuto successo, perché per un unico addetto quattro funzionavano da sole e per molti clienti erano pratiche.

Che cosa hanno deciso di fare?

Con l’intento d’aumentare il profitto, mascherandolo come un servizio per il cliente, hanno separato la funzione di lettura degli articoli dal pagamento, nel senso che le postazioni sono separate fisicamente, già questo suggerisce che sia possibile fare la fila due volte. La postazione con il lettore d’articoli è a pistola, ve ne sono due, prelevi quella che s’illumina, non vi sono controlli, quando hai finito rimetti nel suo vano il lettore e la macchina emette un ticket con codice a barre della tua spesa. Ritiri la borsina di plastica della spesa che non è più gratuita e il ticket, ora con entrambe le mani impegnate ci si leva dai piedi, scegli una cassa, dove non c’è la fila, solitamente quelle abilitate solo per la CoopCard sono sempre libere ma io non ce l’ho. Le casse per il pagamento, sono organizzate come se il cliente non avesse le mani impegnate, metti a terra le borsine, il libro l’ho appoggiato sopra anche se la stazione non non è predisposta, sono come dei bancomat al contrario. Per pagare devi mettere il ticket davanti una finestrella che legge la tua spesa e si predispone per darti il resto e stampare lo scontrino fiscale, ma dulcis in fundo, ti stampa un’altro ticket con un codice a barre da usare per aprire il cancello d’uscita dall’area SPESA E VIA!
Sicuramente il codice per l’apertura del cancello, legato ad un pagamento, riduce i microfurti, perché mentre l’addetto assisteva un cliente, forse altri uscivano senza pagare, se il problema era questo, bastava stampigliare un codice sullo scontrino nelle casse FAI DA TE precedenti, ed eliminare il controllo peso che spesso dava problemi. Ora in pratica fai due postazioni, accumuli tre pezzi di carta, prendi su la spesa due volte, se hai due sportine quando sei davanti al cancello per orientare bene il ticket davanti al lettore forse una la metti per terra di nuovo.
Credo che SPESA E VIA, serva solo se le code alle casse tradizionali sono lunghe, in tal caso qualcuno penserà di potersela cavare più in fretta nonostante i vari passaggi.
Ed è quello che ho fatto io dopo pochi minuti, infatti, avevo dimenticato di prendere un libricino interessante sui trucchi delle false magie, e pagandolo a peso è costato 1,31 Euro al posto di 12 Euro, al momento di pagarlo ho utilizzato una cassa assistita libera in quel momento, facendo con la commessa dei commenti su SPESA E VIA, la quale dovendone parlare bene, ha detto che sono state pensate per favorire chi ha la CoopCard, ma ho qualche dubbio.

Le cooperative sono obbligate per Legge a reinvestire gli utili, se proprio volevano migliorare il servizio, potevano inventarsi qualcosa di più creativo, ad esempio ai soci Coop o per chi ha la CoopCard potrebbero consentire di fare la spesa via internet, indicando l’orario del ritiro e pagando un extra e solo per spese da 50 Euro in su di poterla ricevere a domicilio. Il motto “La COOP sei tu” o ancora “Dalla parte del consumatore” recentemente stanno un po’ ribaltandosi, a me è capitato di trovare medicinali a prezzi inferiori in una farmacia “normale”, ma anche pullover di lana a 4 Euro in meno alla Oviesse, nonostante in Coop vi fosse la promozione per soci del 50%.

Immagine dal sito lucaturi.it che annuncia un'analoga iniziativa nell'ipermercato COOP di Bari.

GrandEmila, vendita libri a peso, 5 Euro/kg

Sì, avete letto bene, ho acquistato un libro fotografico a peso, come nel banco delle verdure me lo hanno messo in un sacchetto, pesato e apposto l’etichetta con il codice a barre come sigillo. Ho trovato ottima l’iniziativa, libri che dopo un certo numero di giorni non sono stati venduti, sono riapparsi tutti insieme in un’area promozioni, più che altro svendita perché proposti a 5 Euro/kg, questa trovata mi ha fatto venir voglia di d’acquistarne uno anche se non ne avevo bisogno e come me tanti altri leggeranno un libro in più solo perché allettati dal prezzo finale bassissimo. I libri fotografici sono da sempre molto costosi per la qualità superiore di stampa su carta patinata, come appassionato di fotografia non potevo tirarmi indietro, ho scelto “Archeologia dell’eleganza dal 1980 al 2000” pubblicato dalla nota agenzia Contrasto, aveva un prezzo di listino di 75 Euro, ma che a peso ho pagato solo 14,58 Euro, in pratica 5 volte di meno.

Piuttosto che vedere tonnellate di libri finire al macero, è molto meglio proporli a peso.

Iniziativa lodevole, anche se non originale, su blublog.it si legge che nel 2006 in un ipermercato Carrefour di Marcon a Venezia, era già in uso.