Per fortuna si tratta del risultato di un concorso organizzato dalla Royal Academy of Art a Piccadilly presso il London College of Fashion Awards cui partecipano solo degli studenti. Tra tutte le idee viste, si parla solo del vestito di capelli umani pensato e realizzato da Julia Reindell.

Al di là dell’idea, e del fatto che sia tecnicamente possibile utilizzare capelli per fare un tessuto (o pelliccia?) e, quindi, un abito, è incontestabile che a me farebbe un certo effetto indossare qualcosa che ha origini umane, se tocchi una donna che indossa un abito simile, ti sembrerà di toccargli sempre la passerina, o di non arrivarci mai. Mi chiedo anche se la Reindell ha potuto decidere di che colore doveva essere il vestito, o se è andata avanti secondo la disponibilità di materia prima.
Il lavaggio di un vestito del genere, certamente non richiede detersivi ma shampo e al posto del ferro da stiro il classico asciugacapelli.

Un aspetto assurdo è vedere quali e quanti sforzi fanno le donne per depilarsi accuratamente ed essere più desiderabili, per poi indossare vestiti realizzati con i capelli umani. Certamente questa Reindell ha un futuro, ma dovrebbe anche sapere che qualche decennio fa c’era chi realizzava delle poltrone in pelle umana, ne ho visto una alla Biennale d’arte di Venezia, e oggi il solo sapere che la materia di un vestito è di origine umana, mi ricorda quella poltrona, e la coincidenza vuole che sia avvenuta proprio il 27-Gen-’08.