Il 31-gen-2008 su IRIS, il nuovo canale gratuito del digitale terrestre di Mediaset, ho potuto vedere una bellissima pellicola: “L'ospite d'inverno” (The Winter Guest) Un film di Alan Rickman. Con Emma Thompson, Phyllida Law, Gary Hollywood. Genere Drammatico, colore 110 minuti. - Produzione Gran Bretagna 1997.

Ho letto delle recensioni su internet, e in alcune s’accusa il film di non riuscire a lanciarsi adducendo motivazioni che io utilizzerei per dimostrare che vive una dimensione importante proprio per la sua poesia, quella espressa con i paesaggi di gelo, che inchioda alcune coppie di personaggi al loro ruolo, e faticano a trovare la chiave per distogliersi da quella situazione. La coppia portante del film è quella raffigurata nel poster, tra una madre e la figlia fotografa che è appena rimasta vedova e cerca di vivere il suo dolore isolandosi dall’invadenza della madre che cerca di competere con il ricordo del marito le cui foto tappezzano le pareti della casa della figlia. È una mamma orgogliosa e critica che percepisce lo stato della figlia anche guardando le foto che fa ed è proprio questo l’aspetto che trovo più interessante e che mi tocca da vicino, perché pure le foto che faccio io sono una traccia evidente del mio buonumore o sua assenza, infatti, basta portarsi sempre con se la fidata reflex, il suo occhio non perdona, prima o dopo finisci per non essere più passivo e a voler fare quell’immagine, e poi un’altra ancora, fino a che non ti rendi conto che hai lasciato alle spalle la negatività, ed è ciò che succede nel film, in modo poetico. Tutto il resto non conta così tanto.

Molto interessante il film visto da uno psicologo che passo dopo passo illustra i personaggi con precisione chirurgica.