BLOG di Luciano Testi

Domenica 2 Marzo 2008

Alla fine vince l’amore

La cosa più semplice, quanto discussa e mai compresa fino in fondo, ha vinto su tutto, l’amore ha catturato il pubblico da casa, ha creduto in questa coppia, che cantava e si muoveva sul palco con nell’animo un po’ di tango. Sembrava il ritorno alla normalità del festival, a quello che la gente vuole ascoltare, anche se la giuria di qualità non sempre ha dato preferenze gradite alla platea.

Giò Di Tonno e Lola Ponce con Colpo di Fulmine scritta da Gianna Nannini, hanno vinto l’ultima edizione del Festival della Canzone di Sanremo, conduttori, vallette, ascolti, Rai, eccetera, non possono dire altro, forse un Chiambretti sì ma è stato speso in un’edizione sbagliata.
I vincitori sono degli sconosciuti, quasi, perché sulla rete salta fuori che entrambi avevano dei precedenti, lui per aver partecipato tre volte a Sanremo ma è stato anche trionfatore con il Notre Dame de Paris, lei invece, è stata un’ospite a Sanremo 2005 (quella di Bonolis), è la protagonista di Pia dè Tolomei, l'opera rock di Gianna Nannini, ma in Argentina ha un discreto curriculum di partecipazioni a festival e fiction.

Sanremo e il fattore X

Sulla giornata del 29-Feb-2008 ne hanno detto un po’ ovunque, era divertente ascoltare per radio cosa s’inventavano sulle proprietà del venerdì-29-Feb-2008 che tornerà ad esistere solo fra 4 anni, e se ieri sera Sanremo andava male, era colpa di questo giorno, ma io la vedo diversamente, ha influito di più il fattore X, un segno che nelle schedine dei concorsi vale un pareggio ma non solo.

La serata inizia con Pippo Baudo che lascia l’impressione di non farcela a finire la serata, tanto che subito ho pensato al Mike Bongiorno dell’ultima Miss Italia, aveva poca voce, scarso ritmo, non riusciva a concentrarsi bene e quindi era poco sicuro di sé, poi si seppe che era influenzato, ma a guardarlo dava l’impressione di voler mantenere il bastone del comando, per lui non era una ragione per dare più spazio ad un più brillante e guastatore Chiambretti tardivamente introdotto. Pippo Baudo non è in grado di slegare la direzione artistica dalla conduzione, e un Festival con la sua sola presenza risulta poco “stereo” e molto “mono”, formale anche dove non serve, senza quel ritmo richiesto in un evento del genere, e poi basta con quel modo di fare confidenziale, come se tutti gli debbano dei meriti, lo sappiamo che ha le mani in pasta più di Simona Ventura, ma sarà un po’ come dice Chiambretti che alla fine è una scusa per toccare le ospiti femminili e quando apprezza un vestito indugiando con lo sguardo nella scollatura, Chiambretti non perde occasione d’evidenziarlo. La presenza di Chiambretti ha quindi portato un pareggio là dove il solo Baudo avrebbe addormentato anche Del Noce.
Per la conduzione, quindi, metto una bella X.

Sono molte le canzoni, ma credo tutte pensate per il Festival di Sanremo, pure con agganci a temi politici, io frequentemente mi appisolavo, tanto che al termine della puntata guardavo spezzoni della registrazione per vedere cosa mi ero perso. Dei cantanti in gara cito Tricarico perché prima dell’esibizione ha dato dello stronzo a qualcuno, non ho ben capito se a Chiambretti che dietro di lui ha improvvisamente cambiato il lato d’uscita o no, ma poteva evitare. A riequilibrare la situazione ci sono stati gli ospiti musicali con la loro esibizione a partire da Giorgia che ha dato il meglio di sé con la sensibilità che la caratterizza, Jovanotti mi è piaciuto meno, mentre una Fiorella Mannoia per fortuna non tiene fede al nome e intrattiene con canzoni azzeccate, ma la sorpresa vocale per me arriva con Leona Lewis, con la sua voce calda, la sua giovane bellezza, un talento, una voce cui ho dato un volto grazie alla TV, non per nulla aveva vinto X-Factor in inghilterra, una trasmissione per scoprire dei talenti, ma come diceva Chiambretti, in Italia dopo la partecipazione ai reality di solito vanno nella monnezza di Napoli, lei invece sta scalato tutte le classifiche musicali. Gli altri ospiti, graditi e molto godibili, ma dai quali ci si aspettano meno novità sono stati Gianni Morandi e i Pooh.
Gli ospiti hanno alzato il livello di Sanremo con le loro performance, il tutto diluito in troppo tempo, è vero, ma questo è un altro problema, quindi, anche qui metto una bella X.

Vorrei introdurre le due vallette tra gli argomenti che hanno contribuito a rendere equilibrata la manifestazione, oramai vedere a fianco del conduttore una bella ragazza, è un dato consolidato da troppi anni, e per fortuna che sono belle, ma ingessate dal quel treno di Pippo Baudo che vuole come vallette delle bonazze che devono solo compiacergli, salvo a posteriori (in altre trasmissioni future) dire che è stato lui a scoprirle.
Una bella X anche per le vallette.

La scenografia, rispetto lo scorso anno ha avuto un’evoluzione positiva, ma la distanza tra la cima della scaletta e il palco viene percorsa in un tempo troppo lungo, tra ospiti e cantanti 30 ingressi in quel modo sono più di 20 minuti, bastavano 5 gradini. Lo scorso anno durante le esibizioni canore nel grande schermo apparivano a tratti delle sagome che riprendevano il look della pubblicità della Apple per iPod e l’istante prima dell’attacco dell’orchestra veniva ripreso in primo piano l’espressione del direttore d’orchestra, che trovavo interessante. Interessante la soluzione d’entrare in scena salendo da sotto il palco, oltre che fattore sorpresa, potevano sfruttarla per risparmiare tempo.
Alla fine anche la scenografia si becca una X.

Conduttori, Cantanti, Vallette e Scenografia, 4 X, senza alti o bassi.