Grazie all’ultimo colpo di coda dell’ex ministro Visco, il grande pubblico ha capito che su internet c’è un qualcosa in grado di far circolare qualunque file.

Prima era argomento solo per gli internauti, per coloro (solitamente un’utenza giovanile) che tra le mura domestiche, con un software particolare ma molto diffuso, scaricava dalla rete musica, programmi, video, foto, e a sua volta con la stessa facilità li condivideva con altri utenti.
Una parte d’italiani che vivrebbe bene anche senza internet, e usa il computer solo per lavoro, email e basta, e un browser solo qualche volta quando proprio serve, ora questa bella fetta d’italiani grazie ai fatti di cronaca citati all’inizio, ha capito che basta il minimo errore, o anche una decisione sbagliata, ed anche i propri dati personali possono andare in pasto a chiunque (cani e porci ho scritto in un precedente post), non limitatamente al territorio italiano, ma del mondo intero.
Il reddito è un dato sensibile, in caso si debba esibirla per la richiesta di un finanziamento ti fanno sempre firmare ‘n’ moduli sulla privacy, quindi, figuriamoci la gaffe di Visco. Certo che una bella mattina sentirsi dire che il tuo reddito è finito su internet senza il tuo consenso, capisci che qualcosa non ha funzionato e ti chiedi come sia stato possibile.

Il pubblico giovanile vuole internet libera da dogmi, non fa distinzione tra un file con diritti d’autore e no, o peggio tra documenti che violano la privacy o no, anzi, se possibile più i documenti sono scottanti e più si diffondono sulla rete a macchia d’olio, è un effetto dello spirito di contestazione dei giovani e adolescenti contro il mondo degli adulti che vuole imporre regole.
Perciò alcuni giorni fa, numerosi utenti hanno scaricato dal sito dell’ufficio delle entrate quanto possibile prima che a causa del sovraccarico, il server andasse in tilt, poi visto il caos nato intorno alla pubblicazione dei dati, tramite eMule, LimeWare, hanno reso disponibile su internet questi file che ancora risiedevano in locale sul loro PC, e chiunque tramite lo stesso software facendo una ricerca con una parola chiave, può rintracciare, scaricare e consultare i redditi 2005.

All’estero ci siamo fatti ridere dietro per le liti in parlamento, la “munnezza” di Napoli ora anche per l’ignoranza informatica di chi ci governa. Non per nulla sono già centinaia le denunce che partiranno da varie città contro Visco e company.

Varrebbe la pena anzich’è cercare di sputtanare il vip di turno, cercare di capire come si distribuisce il reddito, perciò ho analizzato due gruppi che si riferiscono alla città di Milano.
Si tratta di 118.134 soggetti in ordine alfabetico per cognome a partire dalla A, divisi in due gruppi, nel primo sono presenti molti nomi arabi o extracomunitari in una percentuale superiore al 10% rispetto il gruppo preso in considerazione, perciò ho considerato anche il secondo (vedi diagrammi), dove per un fattore linguistico il numero dei soggetti di origine straniera sono pressoché assenti, notando un innalzamento del reddito medio verso fasce più alte, ma rimane sconsolante vedere che in ogni caso la percentuale di chi ha un reddito zero è molto alta, e non si tratta sempre di anziani, se si sommano le percentuali fino a 15.000 Euro, nel primo gruppo si arriva al 58,97%, nel secondo al 52,85%. Ovviamente si parla di reddito imponibile, per cui al netto delle tasse, nelle tasche rimane ancora di meno.
Siccome la suddivisione delle fasce di reddito che ho fatto è assolutamente arbitraria, spicca all'occhio che dai 1.000 Euro a 9.999 Euro, in entrambi i diagrammi sono le più affollate con rispettivamente il 24,02% e 21,25%.

Distribuzione reddito 2005 primi 118000 contribuenti
diagramma redditi MI 2005
Altro dato interessante è il valore delle entrate per le casse dello stato dei primi 118.134 contribuenti in ordine alfabetico di Milano (e non si arriva nemmeno alla lettera C), ad esempio tutti quelli che hanno avuto un reddito fino a 24.999 Euro hanno pagato 154.739.232 Euro, chi li ha superati 661.913.459 Euro.