BLOG di Luciano Testi

Sabato 24 Maggio 2008

OH! SERAFINA – film post ‘68

Il desiderio di parlare di questo film mi è sorto quando ho sentito dibattere il libro Sex revolution di Mughini Giampiero, soprattutto perché nello studio televisivo, dove stava facendo una marchetta, non voleva che dicessero che il suo libro era sul ’68.
Facendo una rapida verifica della scheda del film, ho visto che è uscito nelle sale nel 1976, ed era stato tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Berto che ne ha curato anche la sceneggiatura. Il film mette sul piatto parecchi problemi del periodo facendoli incrociare con i suoi due protagonisti, Augusto e Serafina (Pozzetto e Dalila), che vincono li ostacoli di una società sempre più fondata sul consumismo che cambia i costumi con un amore libero, ma nato in una struttura di ricovero forzato. Considerato il periodo, il ’68 era già passato da 5 anni quando uscì il libro, l’autore non considerava tanto libero l’amore, visto che solo i matti o le puttane potevano ritenersi tali.
Verso la fine arriva una perla di saggezza da parte di un’anziana del paese che vede passare la coppia, e afferma che lui non è mica matto, ha preso una donna bionda giovane e molto bella, e soprattutto non puttana ;)

Sono convinto che la libertà in amore sia la conquista dell’ufficialità in un rapporto tra due persone, non la clandestinità, forse nel '68 s'intendeva la libertà d'infrangere le regole, ma sono passati più di 30 anni ed è giusto che ci sia stata un'evoluzione.

HO! SERAFINA ha avuto un passaggio in TV su IRIS all'inizio di Febbraio 2008, prima che il segnale di questo canale digitale di Mediaset dedicato ai grandi film, sparisse dalla mia zona.

Immagine del film con: Dalila Di Lazzaro e Renato Pozzetto.

Titolo originale: OH! SERAFINA
Paese-Anno-Durata ITALIA - 1976 - 87'
Audio: sonoro
Genere: drammatico
Regia: Alberto Lattuada
Soggetto: dal libro OH Serafina di Giuseppe Berto
Sceneggiatura: Giuseppe Berto, Alberto Lattuada e Enrico Vanzina
Produttore: Rizzoli Film
Produttore esecutivo: Bianca Lattuada
Fotografia: Lamberto Caimi
Montaggio: Sergio Montanari
Musiche: Fred Bongusto
Scenografia: Vincenzo Del Prato
Interpreti e personaggi:
Renato Pozzetto: Augusto Valle
Dalila Di Lazzaro: Serafina
Angelica Ippolito: Palmira
Marisa Merlini: madre di Augusto
Lilla Brignone: la segretaria
Maria Monti: Mariuccia
Gino Bramieri: il Sindaco
Aldo Giuffrè: il professor Caroniti
Enrico Beruschi: un impiegato dell'anagrafe

iTach or not iTach - Deformazione mentale o pubblicità ingannevole?

Per radio a volte si sentono delle pubblicità che ti distraggono mentre sei alla guida, specialmente quando ti fanno sentire il suono di un clacson, odio i pubblicitari che pensano d’usare tali strumenti, ma recentemente non avrei pensato che a distrarmi sia il nome di un prodotto (storpiato) che conosco. Non ricordo bene su quale canale radio ho sentito la pubblicità, ma una ricerca mi fa pensare sia RMC.
Quando ascolto la radio, normalmente sugli stacchi pubblicitari, il mio livello d’attenzione cade, ma appena senti una parola che appartiene al tuo mondo, zac, ti riagganci e ascolti tutto, purtroppo in ritardo, nel senso che ascolti un’informazione incompleta perché hai perso l’inizio e subito non capisci il contesto, così mi è capitato di sentire pronunciare iTach e subito ho pensato fosse qualcosa di connesso all’iPod Touch o al Touch Screen di iPhone, invece pochi secondo dopo pensavo ad una pubblicità (ingannevole) che sfruttando il nome di una nota tecnologia della Apple, voleva farti credere che i condizionatori sono regolabili con un tocco di dita sul display.
Alla fine una voce fuori campo pronuncia correttamente la marca del condizionatore, Hitachi, allora capisco che non c’entra nulla la tecnologia sofisticata dei player Apple, e penso che l’errore sia voluto e di essermi distratto per nulla, trovando fastidiosi questi mezzucci.

Un controllo sul sito Hitachi mi ha permesso di verificare che non hanno condizionatori per il cui controllo (comandi a distanza), si utilizzi la tecnologia touch o per dirla storpiata come nella pubblicità iTach.

Il problema è che ci casco ogni volta la sento, spero finiscano in fretta la campagna pubblicitaria.

RAMBO – Best of TV

In una serata televisiva fiacca, la programmazione del film RAMBO su Italia1, oramai entrato nei miti da decenni, l’originale FIRST BLOOD è del 1982, garantisce sempre una piccola fetta di pubblico.
Rambo è un prodotto ben confezionato che dura nel tempo, è gustabile senza sapere cos’era o che ci sia stata la guerra in Vietnam, i cui reduci erano considerati solo dei problemi sociali.
La chiave che rende sempre attuale il primo RAMBO, è il disprezzo e mancanza di sensibilità nei confronti di una qualsiasi categoria da parte dei rappresentanti della pubblica sicurezza. La reazione di John J. Rambo (Silvester Stallone), è la vendetta del pubblico che sta dalla sua parte qualunque cosa faccia, infatti, ognuno di noi avrà subito almeno una volta, un torto che vi ha fatto ribollire ma non potevate reagire, ecco la risposta (cinematografica) in questo film.

Frase famosa:

« Potevo ucciderli tutti, potevo uccidere anche te. In città sei tu la legge, qui sono io. Lascia perdere. Lasciami stare o scateno una guerra che non te la sogni neppure. Lasciami stare, lasciami stare »

Titolo originale: First Blood
Paese-Anno-Durata USA - 1982 - 97'
Audio: Dolby Stereo
Genere: drammatico, azione
Regia: Ted Kotcheff
Soggetto: dal libro First Blood di David Morrell
Sceneggiatura: Michael Kozoll & William Sackheim, Sylvester Stallone
Produttore: Buzz Feitshans
Produttore esecutivo: Mario Kassar, Andrew G. Vajna
Casa di produzione: Carolco Pictures
Fotografia: Andrew Laszlo
Montaggio: Joan E. Chapman
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia: Wolf Kroeger
Interpreti e personaggi:
Sylvester Stallone: John J. Rambo
Richard Crenna: Col. Samuel Trautman
Brian Dennehy: Will Teasle
David Caruso: Mitch
Doppiatori italiani:
Ferruccio Amendola: John J. Rambo
Pino Locchi: Col. Samuel Trautman
Renato Mori: Will Teasle
Roberto Chevalier: Mitch