Negli ultimi decenni per salvaguardare la categoria dei pescatori dalla concorrenza straniera, lo Stato italiano ha elargito finanziamenti a fondo perduto, i più furbi riuscivano a comprarsi un appartamento ogni anno. Parlo di quelli che senza un soldo, si sono ritrovati con un peschereccio oceanico pagato, e oggi il prezzo del loro carburante è di circa 0,7 Euro/litro, mentre nel 2006 lo pagavano circa 0,33 Euro/litro.

Il gasolio denso BTZ, è un carburante con una viscosità molto bassa che non riusciremmo ad utilizzare sulle auto, con l’1% di zolfo e una componente fiscale ridottissima, nel 2006 era di 0,06 Euro/litro, oggi presumo sia raddoppiata, è un trattamento di favore enorme, su cui tutto il comparto marittimo ci guadagna.

Le conseguenze derivate da queste facilitazioni hanno favorito l’impoverimento della fauna ittica dei nostri mari a tal punto che sono oramai 10 anni che la pesca sportiva dei tonni non si fa più perché sono finiti, e molte specie sono a rischio estinzione.
In pratica, il pesce che si compra al mercato, in parte l’abbiamo pagato con le nostre tasse, ma abbiamo anche contribuito all’arricchimento di una categoria che oggi vorrebbe finanziamenti per continuare l’attività di pesca, ma che cosa potrebbero ancora pescare non lo so!
La fauna ittica è una risorsa che va gestita adeguatamente, così genera lavoro per una certa quantità di persone, e non va lasciata alla mercé di chiunque voglia finanziamenti. Oggi chi ripopola i nostri mari?

Adesso vorrei proprio vedere se lo stato ha il coraggio d’usare le nostre tasse per aiutare ancora la pesca.

Dovremmo mangiare solo pesce allevato in aree marine costiere racchiuse e lasciare che il mare ritorni quello che era prima, poi se ne riparla ma con responsabilità.

Trovo altresì, irritante l’ignoranza di certi giornalisti abituati a fare solo gossip (di cui non voglio fare nomi), quando spiegano per radio che il pesce aumenta perché il costo del trasporto dal porto al consumatore è aumentato, dimenticando tutto il resto.