BLOG di Luciano Testi

Domenica 6 Luglio 2008

66 hot dog in 12 minuti

Nel titolo manca qualcosa, l’azione è volutamente trascurata per lasciarvi pensare a che cosa si riferisce, perché il numero è incredibile.

Un americano in una gara ha mangiato in 12 minuti 66 panini con dentro un hot dog, quello che noi chiamiamo wurstel.
Io sinceramente, se dovessi fare i conti di quanti me ne basterebbero per fare tre pasti al giorno, andrei avanti 6 o 7 giorni.
Io penso al volume di tanto cibo e m’aspetto un rigonfiamento all’altezza dello stomaco, invece nulla, nemmeno qualche crisi digestiva.

Ma anche noi italiani abbiamo i nostri mangiatori indefessi e una persona di mia conoscenza (è tutto reale), dopo aver mangiato a casa sua per cena una fiorentina da 1 kg, è andato in una fiera e si è imbattuto in una gara di velocità nel mangiare un piatto di spaghetti con le mani legate dietro la schiena.
Si è iscritto, ha vinto e a differenza degli avversari il suo piatto era pulito perché per paura di perdere aveva leccato anche il sugo residuo.
Per la cronaca ha vinto un prosciutto che ha finito in una settimana.

Per altre foto: http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/mondiale-hot-dog

EURO2008 - Finalmente sono finiti

La nostra nazionale ha avuto un avvio dubbioso, un seguito speranzoso poi la bocciatura contro la vincitrice della coppa UEFA.

Finalmente perché i soldi che incassano certi giocatori sono immeritati per mille motivi, ma come in una specie di flash, mi è venuto in mente che agli ultimi mondiali Prodi è stato ospite in tribuna durante la semifinale della nostra nazionale, senza trasporto e con un finto entusiasmo.

Notavo come per un’occasione simile, che un Berlusconi molto coinvolto nelle vicissitudini calcistiche, non è andato ad assistere a nessuna partita della nazionale e ha continuato a lavorare rispettando il mandato di premier.

Questa piccola differenza di comportamento è forse significativa ed è di buon auspicio per il nostro futuro?

Privacy all’italiana (il buco della serratura)

In Italia la Legge sulla privacy è nata nel 1996 e poi rivista nel 2004, tutte le aziende sono tenute ad obblighi burocratici che diligentemente rispettano facendoti spuntare caselle e fare doppie firme, non si pagano tasse, ma si evitano sanzioni in caso di controlli, e questo solo per l’indirizzo di persone o società, per evitare lo sfruttamento intensivo di data base per altri scopi senza il nostro consenso, ma sono sempre dati.

Ora immaginiamo che A telefoni a B e che C intercetti la comunicazione per ordine dell’autorità giudiziaria, si tratta ovviamente di indagini che dovrebbero rimanere riservate fino al processo, non rese pubbliche, ma qui arriva l’anomalia italiana. Quando le intercettazioni riguardano un personaggio noto, prima o dopo grazie ad una gola profonda, i giornali riportano fedelmente la trascrizione delle intercettazioni e per colpa di un indagato A, si vengono a sapere i fatti di B che non c’entra nulla e che avrebbe ogni diritto alla privacy a riguardo le sue abitudini sociali o salute.

È evidente a chiunque che le intercettazioni telefoniche sono ben più delicate rispetto una Legge sulla privacy, ma ciononostante le fughe di notizie sono talmente diffuse da non credere che siano casuali.
Ad esempio, se si vuol colpire il premier basterebbe pubblicare solo le intercettazioni che lo riguardano, ma finirebbero per essere un caso isolato che prima di tutto colpirebbe chi parla e chi pubblica, allora si crea lo strumento, fughe diffuse di notizie e quando serve all’opposizione in mezzo ci finisce il politico preso di mira.

Ogni fazione politica ama così tanto avere la possibilità di colpire l’avversario, che pur di poterlo fare, evita accuratamente di proporre una Legge che impedisca il processo pubblico degli indagati.

Gli italiani amano così tanto il gossip che forse la nostra è la nazione con la più alta densità di riviste dedicate, come un improvvido Pierino che guarda dal buco della serratura, e giornalisti ed editori così concentrati a non perdere quote di mercato che oramai se non si ha l’ultima intercettazione non si vende più, allora accontentano volentieri il loro pubblico (pur sapendo che non è ne perfettamente legale e ne etico), voglioso di puntare il dito.

No cintura. No cervello

Le cinture di sicurezza non sono fatte solo per proteggere se stessi, non servono solo per evitare di farsi lanciare fuori dal finestrino, sono fatte anche per proteggere gli altri, spesso non siamo da soli, la sicurezza è come l’amicizia, l’importante è che sia condivisa da tutti.

La regione Emilia-Romagna, ha selezionato questo video per diffonderlo sul canale televisivo Lepida TV, attiva dal 2005 in digitale (DTT).