Di recente durante un funerale ho letto una frase che mi è rimasta impressa perché scritta a grandi lettere, tipo slogan, su un cartellone che era leggibile appena si entra in chiesa.

Lasciate che il grano cresca insieme alla zizzania.

Passando dalla metafora direttamente al succo del problema, sulla terra il male e il bene coesistono da sempre, anzi, l’uomo ha sempre cercato d’amministrarle mettendo in carcere i criminali, giungendo in taluni casi alla condanna a morte, d’altronde chi vuole convivere con dei criminali?

I buoni non li menziona mai nessuno, per loro il premio qual è? Non andare in carcere? Perché qui sta il problema, nessuno mi ha mai lodato perché sono buono, anzi se t’individuano, ti sfruttano!

Ci sono anche cattivi che riescono a sfuggire alla giustizia terrena, allora, i buoni possono solo sperare che esista qualcosa nell’aldilà, in modo che possano avere per punizione il loro inferno.

Già, l’inferno presuppone l’esistenza del paradiso, e vi credono chi ha la fede e forse qualcun altro, ma scrivendo queste righe m’accorgo che forse è più corretto definire quello che ci aspetta dopo la morte come un’ulteriore metafora per i vivi, credere dovrebbe aiutare ad essere migliori, spesso si è buoni anche senza credere, e alcuni sono cattivi anche se credono.

Non riesco a non pensare a un detto usato quando non sei sicuro di una persona: “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”, ma sarebbe troppo semplice pensare ciò di quello che c’è dopo la vita, perché se una persona la puoi evitare, la morte invece arriva per tutti e forse credere in qualcosa non ci fa male, anzi, sembra che la nostra mente abbia bisogno d’alimentarsi di ‘surrogati’.


L'immagine è un Particolare dalle Très Riches Heures del duca di Berry (Museo Condé, Chantilly).