Mi è sempre piaciuto recarmi negli aeroporti e stazioni ferroviarie, vi si respira l’atmosfera di chi viaggia, chi sta per andare e chi è appena tornato, c’è in loro il fermento della novità da scoprire o raccontare, molti di loro hanno una luce negli occhi interessante.
L’ultima volta sono stato all’aeroporto G. Marconi di ritorno da una fiera, ero fermo al bar e mentre sorseggiavo il caffè, la barista stava raccontando al collega che una sua amica di 24 anni, laureata, con un posto in banca, fidanzata , un appartamento suo e una bella auto, un bel giorno si è disfatta di tutto e tutti e se ne è andata in Australia in una casa famiglia dove starà per un mese e al termine inizierà a lavorare in quel paese.
Insomma, non c’è male come storia, si potrebbe pensare che è fuggita perché qui c’è la crisi, ma con la globalizzazione c’è dappertutto, e poi in fin dei conti a fuggire sono sempre quelli più poveri, gli emigranti, invece no, lei stava bene e forse aveva avuto un flash di quella che sarebbe stata la sua vita, una vita omologata e priva d’imprevisti, una noia, allora visto che è giovane, è giusto avere qualche avventura e conoscere il mondo partendo dal paese dei canguri.
La mitica fanciulla si fermerà solo prima dei 40 anni per fare qualche figlio e avere una famiglia normale, ma rimane sempre un mistero la molla che scatta e che ti dà la forza per partire, forse ha saputo una notizia grave, o è solo merito della paura della noia?