Da un po’ di tempo sono in contatto con persone che hanno la fibrosi cistica (per info clicca su Sostieni la ricerca), e dai loro racconti emergono numerose difformità nei protocolli che rasentano la mala sanità, in particolare il non rispetto delle norme igieniche o l’impossibilità pratica d’usufruire di varie facilitazioni, ma quanto sto per scrivere ha dei risvolti crudeli per il destino della persona colpita.

Premessa.
Chi decide di diventare un operatore della sanità, che in Italia per fortuna è un servizio pubblico, che sia in un ufficio o a diretto contatto con i pazienti, sa che è un lavoro con delle responsabilità serie, ne va della salute del prossimo o della sua soddisfazione, non basta il rispetto del protocollo e della burocrazia soffocante per ottenere risultati, occorre passione, attenzione, cura, al fine di esercitare la professione al meglio, ad esempio, è auspicabile che se stai facendo un’ecografia non ti metti a chiacchierare di regali con l’infermiera.
Purtroppo sembra che oggi senza certe pastoie burocratiche, un medico non riesca più a fare bene il suo mestiere, una volta bastava il giuramento di Ippocrate, oggi si ricordano che cos’è?

Evento.
Una donna vuole un bambino, ma non riesce a portare a termine la gravidanza per problemi.
Qualche anno dopo ci riprova, al terzo mese ha un malore, si reca in ospedale, è un aborto spontaneo, in pochi giorni è di nuovo a casa.
Non passa una settimana e di nuovo si sente male, va in ospedale e scoprono che era un gemello, quello che non avevano visto nei tre mesi precedenti!
Il fatto è avvenuto in un ospedale e mi limito a dire della provincia di Modena.

Commento.
Spesso chi è al sud sale al nord per ottenere le migliori cure, ma quando mai, con i tempi che corrono, meglio stare in Sicilia, dove si spera che il calcio ed altre cose non siano una malattia, dove i medici si prendono cura dei pazienti, dove non fanno un’ecografia annoiati come fossero in una fabbrica ad avvitare bulloni, dove il paziente è un valore e non un numero. Magari al nord ci sono le attrezzature ma ad usarle sembra ci siano solo degli operai non degli operatori della sanità.
Quella donna se fosse stata un’extracomunitaria, avremmo detto che non ha le stesse cure di un’italiana e accusato i medici di razzismo.
Adesso che cosa diranno a quella donna che forse non avrà più il coraggio di riprovarci, dopo che alla sua sfortuna si aggiungono anche gli errori dei medici?
Quando non esisteva l’ecografia poteva capitare, ma oggi?
Ci sono troppe cose che stanno andando peggio, vi ricordate di quella persona che stava male e giunta a pochi metri dal pronto soccorso cadde a terra e i sanitari non sono usciti a soccorrerlo perché il protocollo non lo prevedeva?
Il servizio sanitario si sta disumanizzando, ovviamente si tratta d’episodi, è vero, anche una volta si facevano errori, ma per mancanza di mezzi, non per leggerezza o irresponsabilità.
Sapendo che in ospedale la percentuale di decessi per errori è elevata, forse ci si ammalerà di meno ma si pagano le tasse ugualmente, in definitiva che cosa c’è di diverso dal sistema americano dove hai le migliori cure solo se hai una carta di credito valida?