BLOG di Luciano Testi

Venerdì 15 Ottobre 2010

La scoperta degli angioletti THUN

Da poco più di una sigla, THUN è diventato ben presto un sinonimo di positività.

Avviene così che per caso ti soffermi davanti un negozio monomarca, con articoli che in apparenza sembrano giocattoli, poi ti accorgi che è una linea di prodotti, e tutti hanno una magica atmosfera di serenità, spicca tra tutti l’angioletto, per un istante rifletti se può essere una galleria d’arte, la qualità ci sarebbe, anche l’allestimento della vetrina fa parte di uno stesso disegno. Quando ti allontani nella tua memoria affiorano oggetti dell’infanzia, diciamo di qualche decennio fa, quando l’informatica non esisteva ancora, e la cosa più sorpendente è trovarsi ad apprezzare quelle vecchie atmosfere in un’epoca in cui la tecnologia ha invaso l’arte, ed è sorprendente come siano giunti fino ai nostri giorni i prodotti THUN senza inquinamenti.

Altrettanto per caso mentre mi reco a fare qualche immagine digitale in un parco famoso nel veronese, mi ritrovo ogni volta a transitare a fianco dello store THUN di Mantova. Interrogandomi su quale poteva essere il prodotto in vendita, rimane l’elevata impressione che si riceve passandovi a fianco, sia di giorno che di notte. Lo stile scelto pulito ed essenziale su un fronte di almeno 200 mt costituito da una parete color mattone, con piccole finestre quadrate con una luce blu di notte, una torre con il logo THUN visibile qualche km prima d’arrivarvi, un ampio spazio verde di praticello inglese, è un’immagine che non scordi.

Avevo due cose che m’incuriosivano, sapere cosa si vende nell’enorme store Thun di MN e conoscere qualcosa di più sui negozi THUN e mentre per l’ennesima volta ammiro la vetrina THUN, ho ricordato che anche lo store THUN di Mantova usa la stessa sigla, non sapendo se era omonimia cerco su internet trovando il legame tra i due soggetti ed ho pure scoperto le origini degli angioletti.

Ebbene la storia di queste creazioni artistiche legate a THUN sembra estratta da un libro di fiabe, con la differenza che e' per tutti, non solo per i più piccoli. Sul fantastico sito che riproduce le atmosfere dei negozi si narra che una volta una contessa di nome Lene THUN, con spiccato spirito creativo, osservando l'espressione sognante del viso del suo bimbo che dormiva, volle condividerla con il mondo.
Ottenne con facilità il risultato lavorando dell'argilla che poi metteva in un apposito forno per la cottura, infine un tocco finale con pennello e colori ci restituisce gli angioletti così come li vediamo.
Da quella prima volta sono passati 60 anni, e ancora oggi molte persone vivono l’atmosfera sognante di queste belle creazioni ottenute senza modificare nulla del ciclo di lavorazione originale.
Credo che il sogno trasmesso dagli angioletti con gli occhi chiusi abbia quelle caratteristiche d’universalità che ha consentito al marchio di durare nel tempo, senza risentire degli influssi culturali, come punto di forza e pregio. Un sogno è per sempre, nessuno può impedire d’averne, nessuno deve guastarli.

L'immagine introduttiva è liberamente tratta dal catalogo THUN online.

Mercoledì 13 Ottobre 2010

Auto e Marciapiedi

marciapiede diveltoIl marciapiede per un’auto è quasi una barriera architettonica, anche se la sua funzione è di delimitazione di uno spazio ad essa negato a favore dei pedoni.

Però non esiste automobilista che non abbia conosciuto i danni che possono fare i marciapiedi alle gomme o cerchi durante una manovra di parcheggio, oppure allo spoiler anteriore nel caso in cui il parcheggio sia a pettine e tutte le volte che sbagli misura subisci dei danni certi, fastidiosi, che danno in un certo modo la misura della tua imbranataggine.

A volte invece succede come nelle foto allegate, cioè è il veicolo che reca danni durante la manovra di parcheggio, ma la cosa più incredibile è quella con il bordo del marciapiede divelto (l'auto che si vede nella foto ovviamente non c'entra nulla), c’è gente che va in giro con mezzi che assomigliano più a ruspe che auto, gente che circola con mezzi che li fa sentire sicuri e per i quali cedere il passo non è più un dovere, gente di cui avere paura perché prive di “barriere”, per loro Auto danneggia cestinosono solo “indicative”.

Dettagli che parlano da soli e contribuiscono a generare profili poco edificanti o è solo distrazione?

Forse per il bidone schiacciato è distrazione, l'altro ha scelto di proposito un "veicolo speciale" e ci sono, secondo me, poche scusanti.

Venerdì 8 Ottobre 2010

Evoluzione Fast-Food

Prima o dopo doveva capitare, le catene di ristorazione tipo MC dopo aver visto la massima diffusione, stanno subendo presso un determinato pubblico adulto, una certa involuzione e c’è qualcuno che ha creato DISPENSA EMILIA e ha visto giusto!

I punti di ristoro MC si sono evoluti come ambiente, ampliamento del menu con proposte per attrarre i più piccoli, da sempre quelli che gradiscono di più la cucina MC (forse per i giochi), e gli adulti perché a volte trovano proposte che richiamano prodotti DOC o perché riescono a far mangiare i figli spendendo nel contempo poco.
Quello che non tutti sanno è che ogni prodotto usato nei MC ha origini locali, e un’impressione contraria è dovuta solo al loro modo di proporsi, con un menu base identico in tutto il mondo, a parte qualche extra derivato da cibi tipicamente nazionali.
In parallelo, si è diffusa una cucina salutista che evita fritti, bevande gasate, a favore di frutta e verdura da consumare quotidianamente, e meglio ancora se d’origine biologica.
La diffusione del concetto che la salute è strettamente legata all’alimentazione, dovrebbe spingere tutti a regolarci un po’ e a riconsiderare quello che ci fa bene e non solo ciò che piace.
I tempi sono parsi maturi a qualche personaggio con mentalità imprenditoriale, per creare qualcosa che soddisfi l’esigenza di una cucina più salutista non globalizzata e che centra l’obiettivo proponendo piatti con prodotti d’eccellenza locali, per fare un esempio le insalate condite con grana, prosciutto, funghi, aceto balsamico e con le immancabili tigelle d’accompagnamento, un mix di prodotti disponibili solo nelle dispense emiliane, in forte contrapposizione alla globalizzazione MC, forse è proprio in questo modo che è nato il nome “DISPENSA EMILIA tigelleria tradizionale”.
Per convincermi della bontà del progetto mi è bastato mangiare in un punto ristoro DISPENSA EMILIA e notare alcune differenze con i punti MC, ad esempio prenoti alla cassa e poi sei servito, l’arredo del locale richiama trattorie di montagna o un’idea di rustico e distante dalla globalizzazione, la cosa buffa che mi fa sorridere sono quei quattro o cinque prosciutti appesi in bella vista ad una pertica dove normalmente sarebbero presenti i liquori in un bar, che ricalcano l’idea di DISPENSA, anche se ogni volta che li vedo penso siano finti.

Colgo la scusa di quest’affronto confronto tra i due stili d’alimentazione, per riportare alcune note informative sulla tigella, molto gustate in Emilia-Romagna ma di cui si sa poco delle origini e le ho trovate scritte, guarda caso, sulla busta che contiene posate e tovagliolo.

  • Le tigelle, o più precisamente le crescentine cotte tra due tigelle, sono una tipica preparazione povera dell’appennino modenese.
    L’impasto di farina acqua e sale, in forma di piccoli e morbidi dischi, dopo la lievitazione, veniva cotto vicino al focolare tra due dischi di terracotta chiamati appunto “tigelle”, denominazione che deriva dal latino “tegere”, coprire.
  • Le tigelle venivano surriscaldate accanto al fuoco, lasciate leggermente raffreddare ed impilate a due a due con al centro il disco di pasta da cuocere tra due foglie di castagno, che servivano a cedere aroma e umidità alla crescentina.
  • Le più antiche tigelle portavano incise stilizzazioni del disco solare, come quello riprodotto nel nostro marchio, simbolo di vita e fecondità.

Deduco che originariamente la tigella, non solo era un prodotto locale, ma pure stagionale, cioè legato alla disponibilità di foglie di castagno, infatti, sono convinto che certi prodotti vadano consumati nella stagione in cui originariamente sono nati, un po’ come per la frutta, va consumata solo quella stagionale e prodotta localmente.