BLOG di Luciano Testi

Venerdì 12 Novembre 2010

Simbolo fallico in pubblicità

Spesso i pubblicitari realizzano le loro campagne pubblicitarie con allusioni al corpo femminile, sfruttandolo come richiamo efficace non solo per l’uomo ma anche per il gentil sesso.
A volte però si ha l’impressione che ci sia un’evoluzione, che si siano spinti più in là di quello che puoi pensare, è il caso della scarpetta di questa foto (realizzata per l’occasione con il cellulare) con la soletta munita del famoso sistema d’aerazione, illustrato da tanti piccoli ugelli da cui fuoriesce aria rappresentata dalla nube azzurra e fin qui tutto normale, rientra nel tema, in una comunicazione efficace di un sistema brevettato, ma forse non è immediato è ciò che si vede prima di pensare a che cosa vuol dire quello che vedi. Sarà complice il fatto che sono miope, ma in cima alla nube d’aria vedi prima una forma fallica in erezione e da sotto una donna guarda in alto evidentemente interessata, poi solo dopo pensando che non può essere vero individui la sagoma della scarpetta.
Ora non so se quella scarpina da donna (mocassino o meglio definita ballerina), così raffigurata ha lo scopo subdolo di suggerire al loro inconscio “qualcosa” o no, ma certamente non hanno mancato di sfruttare l’evidente somiglianza del profilo della scarpa ad un pene in erezione.
Qualche giorno dopo nello stesso negozio, presente nella galleria dell’iper mercato Grandemilia, questa pubblicità è stata sostituita da un’altra che non conteneva nulla di subliminale, forse pure loro si erano accorti di ciò che avevo visto anch’io?

Etichetta prezzi che disturba

Non che vi riguardi molto, ma recentemente ho ricominciato a leggere libri, mi ritrovo sempre più frequentemente a guardare negli scaffali quali sono le novità che mi potrebbero allettare di più e dopo aver scelto un genere scegli un titolo, prendi in mano il libro e leggi sulla quarta di copertina il sunto del libro solitamente scritto dall’autore o una testata giornalistica, in ogni caso fornisce una specie d’identità al libro trasformandolo in qualcosa di più di semplice cellulosa bianca con grafismi moderni. Purtroppo questa possibilità è spesso negata o disturbata dalla presenza posticcia dell’etichetta del prezzo scontato, applicato metodicamente nelle poche righe a te necessarie per capire se t’interessa acquistarlo o no (vedi foto).
La conseguenza è che acquisti qualcosa di non scontato perché senza etichetta o per prendere lo stesso titolo anziché dagli scaffali del Grandemilia dal negozio di libri all’interno lo stesso centro commerciale scoprendo spesso che è più economico.
In pratica nel negozio per indicare quali sono i libri soggetti allo sconto del 30%, li mettono in una determinata area con un cartello indicativo, preservando ai potenziali acquirenti la possibilità di leggersi interamente la quarta di copertina, in questo modo possono variare o annullare lo sconto in funzione delle promozioni che fanno al Grandemilia, con estrema efficienza e rapidità.
Ma quella che per me è un’aggravante non indifferente è che dopo aver visto l’etichetta collocata nel posto sfortunato, prendi su un’altra copia del libro e scopri che l’etichetta è esattamente nello stesso punto, ma sai che lo fanno a mano e speri che almeno per errore dopo tre o quattro copie sbaglino di qualche cm e leggi quelle porzioni di testo coperte nel primo che hai preso in mano, invece sembra che scientemente ci sia la volontà di non farti leggere proprio solo alcune parole in alcune righe e sempre le stesse in tutte le copie del libro, un po’ come fare autogoal, fai qualcosa per promuovere la vendita del libro e poi la stessa azione diventa un impedimento alla vendita, il massimo in termini di astuzia commerciale negativa.