Cubo di marmoOgni anno a Sirmione c’è un’esposizione di opere d’arte all’aperto, lungo la passeggiata a fianco del lago, distribuita ed integrata nell’ambiente peraltro in modo non invasivo e che arricchisce in un qualche modo lo sguardo distratto dei turisti domenicali che a volte hanno delle fisse nei confronti di alcune di queste.
Un po’ com’è capitato a me quest’anno una volta giunto all’altezza della Piazzetta Pertini dove un metro cubo di marmo rotto, con traccia di un segno di lavorazione e la scritta MADE IN ITALY ed una rete sul lato integro, ha suscitato in me un po’ di disapprovazione.
Improvvisamente mi rendo conto che quel cubo non ha un significato ma che comunica solo un messaggio, ma se l’arte in sé è la capacità di comunicare, quest’opera dovrebbe essere arte, ma non è così, non la definirei tale se si deve esprimere in quel modo.

Appena ho visto questo cubo ho subito pensato al meccanismo pubblicitario per promuovere l’arte italiana nel mondo e cosa suggerisce con facilità ciò che in passato è stato fatto da famosi artisti italiani con del marmo bianco? Esattamente quello che la foto mostra, l’aggiunta della rete è un segno del nostro tempo d’epoca globalizzata.
Allora questa è una comunicazione pubblicitaria che suggerisce a chi guarda quanto è stato fatto in passato nel nostro paese, ma non si erige ad opera fine a se stessa in grado di dare continuità alle creazioni artistiche famose ed essere ricordata in futuro essa stessa, perciò mancando quella capacità di dare un’emozione indipendentemente dal significato che aveva per l’artista, rimane la comunicazione pubblicitaria.