BLOG di Luciano Testi

Mercoledì 30 Luglio 2008

Tacchi a spillo, avevo un sospetto

Sono andato nella sede provinciale di un’agenzia d’assicurazione, ero in ritardo con il pagamento e con delle spese extra. Ero in attesa in un ufficio open-space con 4 impiegate tutte tassativamente con tacchi a spillo, ogni tanto qualche collega la si sentiva arrivare.
I tacchi a spillo accentuano l’indole di una donna, il peso, fretta, calma, sicurezza, irrequietezza nella ricerca della giusta posizione, ma se guardi più in su, anche i balconcini erano ben valorizzati, più che impiegate, sembravano ad una festa di ricevimento, o pronte a sfilare.
Questo rumore di tacchi (non erano mai ferme), che solitamente fa voltare la testa, mi induceva a pensare quale coppia di stiletti avrebbe osato porsi al di sopra delle mie ragioni? Ero stanco di sentire vagheggiare delle gambe davanti a me, non mi fraintendete, ma tutta quell’apparenza mi sembrava, anche se gradevole, eccessiva.
Di lì a poco i miei sospetti si sono materializzati, e la mia insistenza ha portato la “fighetta” che si occupava di me, (scusate ma se lo merita), ad un compromesso, in effetti, più lei si trincerava nel suo cliché più io opponevo le mie ragioni e l’ho spuntata, ma ho dovuto essere aggressivo, altrimenti mi prendeva per i fondelli.
Adesso, quando incontro una donna con tacco 10 e tette ben gonfiate, a volte mi chiedo se è solo per far piacere o per altro.

Sabato 26 Luglio 2008

Il grano e la zizzania

Di recente durante un funerale ho letto una frase che mi è rimasta impressa perché scritta a grandi lettere, tipo slogan, su un cartellone che era leggibile appena si entra in chiesa.

Lasciate che il grano cresca insieme alla zizzania.

Passando dalla metafora direttamente al succo del problema, sulla terra il male e il bene coesistono da sempre, anzi, l’uomo ha sempre cercato d’amministrarle mettendo in carcere i criminali, giungendo in taluni casi alla condanna a morte, d’altronde chi vuole convivere con dei criminali?

I buoni non li menziona mai nessuno, per loro il premio qual è? Non andare in carcere? Perché qui sta il problema, nessuno mi ha mai lodato perché sono buono, anzi se t’individuano, ti sfruttano!

Ci sono anche cattivi che riescono a sfuggire alla giustizia terrena, allora, i buoni possono solo sperare che esista qualcosa nell’aldilà, in modo che possano avere per punizione il loro inferno.

Già, l’inferno presuppone l’esistenza del paradiso, e vi credono chi ha la fede e forse qualcun altro, ma scrivendo queste righe m’accorgo che forse è più corretto definire quello che ci aspetta dopo la morte come un’ulteriore metafora per i vivi, credere dovrebbe aiutare ad essere migliori, spesso si è buoni anche senza credere, e alcuni sono cattivi anche se credono.

Non riesco a non pensare a un detto usato quando non sei sicuro di una persona: “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”, ma sarebbe troppo semplice pensare ciò di quello che c’è dopo la vita, perché se una persona la puoi evitare, la morte invece arriva per tutti e forse credere in qualcosa non ci fa male, anzi, sembra che la nostra mente abbia bisogno d’alimentarsi di ‘surrogati’.


L'immagine è un Particolare dalle Très Riches Heures del duca di Berry (Museo Condé, Chantilly).