Mi riferisco all’incidente del 28-Dic-2008 a Civitavecchia dove un’auto con 5 giovani a bordo è precipitata da un ponte dopo una sbandata, 4 morti ed uno in gravi condizioni, cioè l’autista, l’unico ad avere le cinture le cinture ma positivo al narcotest. La scoperta dell’auto incidentata l’ha fatta la mattina alle 7:30 un addetto della locale azienda municipalizzata in servizio.

Ora non voglio pontificare sullo sballo da deficienti a tutti i costi, sarebbe troppo facile, anzi sono sorpreso che nessun giornalista abbia profittato per dare qualche indirizzo di vita, come se mettere in cattiva luce un locale "I due Cigni" di Caprarola, in provincia di Viterbo o a parlare male di una certa fascia di giovani, ci fosse da temere. Semplicemente tante belle cronache particolareggiate con dettagli magari meglio se macabri per dare maggior impatto o enfasi all’articolo, tutti devono volerlo leggere.

Questo è il solo punto di vista comune ai giornalisti cui non interessa dove va l’Italia, purché succeda qualcosa.

Ora dopo un attimo di riflessione e dopo aver inquadrato il fatto accaduto, le indagini della magistratura non cambiano i risultati ma è un atto dovuto, dobbiamo capire perché ben 300 persone alle 8 di mattina dopo che la notizia dell’incidente aveva fatto il giro della città si sono recate alla camera mortuaria per verificare che non fosse il loro figlio.
300 persone che non avendo ancora visto rientrare il proprio figlio/a hanno dovuto vedere 4 salme per eliminare al momento l’ipotesi più tragica in attesa di ricevere notizie.
Figli che probabilmente trovandosi altrove non sanno ancora dell’accaduto o che non sono raggiungibili al cellulare, escono da casa e i genitori non sanno dove vanno a finire e nemmeno quando rientrano, e ancora peggio, se passa l’ora fatidica ci si affida alla provvidenza.
È assurdo!

In casi di questo genere io darei la colpa prima di tutto ai genitori senza valori, dai quali non si può certo pretendere sappiano darli ad una nuova generazione, ma solo se lo volessero potrebbero anche riuscirci, vale il detto “Fate come vi dico ma non come faccio”.

Io conosco persone di oltre 30 anni uomini e donne, che quando la sera escono dal loro nucleo familiare comunicano gli spostamenti previsti, nella vita non si sa mai cosa capiterà, e non c’è nulla di male. Con i figli occorre sempre avere un dialogo, di sicuro non si proibirà loro il divertimento, anzi, oggi i mezzi per farlo sono fin troppi rispetto quelli di ieri, ma almeno non comportiamoci come se al mondo fossimo soli, questo vale sia per i figli che i genitori. Ora immagino la scena successiva tra i genitori e i figli appena si sono messi in contatto telefonico o ricongiunti, quanti sono quelli che si sono detti che è andata bene ed ha lasciato correre, quanti figli hanno capito che non possono fare questo ai loro genitori, e quanti genitori che hanno capito che ci vuole una regola e non importa se capita nell’immediato.

Perché i giornalisti non hanno fatto un servizio per capire perché quei genitori non sanno ancora nulla dei loro figli alle otto del mattino dopo che la sera prima erano usciti di casa?
300 persone la cui sola presenza in quel luogo, denuncia la loro incapacità sia a riconoscere i valori che ad insegnarli, tutto questo non suggerisce nulla a chi riempie le pagine di cronaca nera?
Quanti sono i genitori che sanno dove vanno i propri figli e chi frequentano?
Lo sanno che sono il futuro dell’Italia?

Per fortuna io qualcuno lo conosco, ma qualcosa mi fa pensare che se un evento del genere capita in qualunque parte d’Italia, saremmo davanti alle stesse scene e la cosa oltre che preoccuparmi mi disturba anche per le possibili implicazioni negli altri aspetti della vita quotidiana.