BLOG di Luciano Testi

Venerdì 26 Novembre 2010

Oggetti ritrovati - FUCILE

Nella vita a volte capita di perdere oggetti e a volte di ritrovare quelli che altri hanno perso. Quando vedo un oggetto evidentemente perso o dimenticato, prima di raccoglierlo rifletto un attimo, in base al constesto stabilisco se il proprietario può facilmente rintracciarlo oppure definitivamente perderlo anche a causa d’altre persone che potrebbero ritenere vantaggioso appropriarsene. Tra le cose che ho ritrovato vi è un fucile, qui il dubbio se lasciarlo lì o raccoglierlo non c’è, ma più sotto vedrete com’è andata effettivamente, e come è stata un po’ ardimentosa la consegna.

Maglietta
Ad esempio, un pomeriggio in un parco, tanto per non fare nomi, il Sigurtà, vedo una piccola giacchetta rosa di lana abbandonata su una panchina, subito l’istinto era quello di recuperarla per portarla in portineria dove si spera si sarebbero rivolti per eventualmente sperare di ritrovarla, ma poi ho pensato che molto probabilmente, visto la taglia del capo, la mamma si accorgerà presto che manca qualcosa alla figlia e farà il percorso a ritroso sperando di ritrovare l’oggetto smarrito, perciò l’ho lasciato lì. La sera mentre stavo uscendo ho riconosciuto la giacchetta sulle spalle di una bambina e sembrava proprio suo, anche il resto del vestiario era in tema, perciò mi sono detto, ho fatto bene a lasciarlo abbandonato, ovviamente chi ha ritrovato l’oggetto è ignaro di tutti questi ragionamenti, pur avendo l’impressione di aver compiuto una buona azione.

CANE
In un tardo pomeriggio a Tenerife ritrovai un cane, in verità è lui che ha trovato me, una razza che usano per stanare la selvaggina in mezzo alle sterpaglie, assomiglia molto ai levrieri, sembrava smarrito, mi seguiva come fossi io il suo padrone, ma forse più di tutto ha pesato l’interazione spontanea che hai quando ti si avvicina un cane, perciò mi seguì fino alla macchina, e anche dopo che mi ero messo in marcia, per tale ragione quasi per comprensione ho tenuto una velocità bassa perché potesse seguirmi facilmente, ma dopo la prima curva vidi un fuoristrada con dei locali che stavano facendo salire nel pick-up attrezzato i loro cani, subito mi sono fermato per segnalare che uno dei loro si era perso, ma il cane che mi seguiva si è avvicinato solo dopo che sono sceso dalla macchina. Non parlo lo spagnolo ma hanno capito tutto quello che volevo dire, però ho avuto l’impressione che quello non fosse uno dei loro cani, ma almeno non ho lasciato un cane per strada.

ANELLO
Una sera mentre ero in un grande centro commerciale a MO, tanto per non fare nomi I PORTALI, mangio al MC (ora ho modificato sostanzialmente l’alimentazione), si tratta di uno dei più belli esistenti in Italia come arredamento dopo la ristrutturazione avvenuta qualche anno fa, poi vado ai bagni e vedo sul ripiano del lavabo un anello d’oro con una pietra incastonata, soppeso un attimo l’oggetto non sembrava oro, però, visto l’età media dei frequentatori abituali del locale, non sarebbe durato molto prima che un bambino o bambina se ne fosse appropriato, anche se le dimensioni dell’anello non erano da bambina, quindi, lo raccolgo e lo porto alla ragazza del bar e gli dico che ho un anello da dargli, sorride, capisco e correggo dicendo che l’ho trovato nei bagni e lo consegno perché se qualcuno viene a chiedere se è stato ritrovato, lo possano restituire, se non viene nessuno consigliavo di sorteggiarlo tra le ragazze che lavorano in quel MC, così ho rivisto il sorriso sulla bocca della ragazza che era pure carina. Successivamente non ho verificato com’erano andate le cose, forse un giorno lo farò, solo per vedere se rifà il sorriso che ho visto.

BANCOMAT
Una volta trovai anche un bancomat, proprio allo sportello di un bancomat, era stata estratta e poi posata sul ripiano che aveva lo stesso colore, per cui si confondeva e l’utente se nè andato pensando solo al denaro. Io ho raccolto la carta-bancomat e poi ho rintracciato la filiale della banca che lo aveva emesso, era nei paraggi, per cui l’ho consegnata dichiarando dove l’ho trovata. Ho saputo il nome della persona che l’aveva persa, come pure lei ha saputo il mio. Non che io abbia richiesto dei ringraziamenti, ma non li ho mai visti arrivare.

FUCILE
Qui è un po’ più difficile e raro ma ho avuto anche quest’occasione, diciamo esperienza, trovare per strada un fucile e consegnarlo entro pochi minuti, un record.
Non è successo molto tempo fa.
Era metà mattinata, in una strada di campagna dietro ad un’auto che al gancio di traino ha un carretto protetto e con dentro alcuni cani, alla prima curva che fa la strada, odo un rumore di un oggetto che cade a terra e con stupore m’accorgo che l’auto che ho davanti ha perso un fucile. Subito ho pensato l’avessero dimenticato sul carretto, ma il problema urgente è comunicare a chi è in auto che cosa è successo, perciò mi avvicino a loro e suono il clacson, ma non danno alcun segno di volersi fermare o altro, inoltre, mi pareva strano che loro non avessero sentito nessun rumore visto che io a una cinquantina di metri l’ho sentito distintamente, ma non sentivano nemmeno le mie trombe. Decido di fare retromarcia fino al punto dove era caduto il fucile, lo raccolgo, è la prima volta che ne imbraccio uno ed è anche pesante, almeno 4 kg, mi accorgo che ha segni di usura, ma con la fretta di raggiungere i tipi, non verifico marca e nemmeno se era armato, perciò presto attenzione ad impugnarlo lontano dal grilletto, lo poso dal lato passeggero notando che ha la lunghezza di un ombrello. Da una casa di fronte nel frattempo è uscita una persona e mi ha chiesto che cosa era successo, in fretta gli dico che davanti a me avevano perso un fucile e che dovevo raggiungerli subito, pareva soddisfatto della risposta, ma anche se non lo fosse avevo un obiettivo urgente.
Raggiungo dopo meno di 2 km l’auto, tento un sorpasso ma sto alla pari senza completare la manovra, la strada è di campagna scarsamente frequentata perciò potevo permettermi la manovra, davanti o dietro non si vedeva nessuno in arrivo per qualche km. Da quella posizione, con la mano destra impugno il fucile e lo sollevo all’altezza del finestrino, e qui mi accorgo del suo peso, lo tengo in mostra fino a che loro non si fermano regolando contemporaneamente la velocità per rimanere alla pari del loro veicolo.
Finalmente si fermano, saranno sordi ma qualche sospetto devono averlo avuto vedendo uno che tenta di sorpassarli e gli mostra un fucile, parcheggio davanti loro e scendo sempre con in mano questo fucile e chiedo di verificare se non ne hanno perso uno, erano in due, il passeggero apre il baule e trova un solo fucile, ovviamente, allora lo consegno e quello che era alla guida si dispera a capire come possa essergli capitato, quindi, ricorda di aver posato il fucile sull’auto da dietro, poi di aver aperto il baule, quindi il suo socio ha posato il suo fucile nel baule, lo hanno richiuso e sono partiti. Quello che non capisco, ma devono essere sordi un bel po’, è come si fa a non sentire un fucile che balla sul tetto mentre vai, che poi scorre in curva e il suo tonfo sull’asfalto.
Comunque il tutto si è concluso bene, con qualche frase di rito, nulla di più, nemmeno ricevere l’offerta di un caffè corretto come ci si aspetterebbe da pensionati con la passione della caccia, solo un grazie.

Martedì 16 Novembre 2010

Belen su Ruby. Invidia o verità?

Ecco una "bona" che parla, molti non ricorderanno o sapranno che la bella argentina Belen Rodriguez, diventata famosa con l'isola dei famosi (di cui ho scritto molto), da qualche anno sta continuando a far parlare di sè, ma recentemente è stata intervistata sul tormentone Ruby e non posso che condividere il suo punto di vista, siamo così abituati a guardare dal buco della serratura che ci dimentichiamo perché ci viene il mal di schiena. Della serie ci meritiamo che i giornalisti ci raccontino sempre ste balle o no? Probabilmente sì, ma leggete un po' cosa dice su Ruby, che di certo non rinuncia a far parlare di se a causa di una patologia che prende una certa fascia di giovani di buona speranza: "Ottenere SUCCESSO senza saper fare nulla", probabilmente a volte le pensano stando SUL CESSO, fa anche rima.

Roma, 12 novembre 2010 - "Ieri parlavo con Fabrizio (Corona, ndr) e mi ha detto che questa ragazza, Rudy o Ruby, come si chiama, chiama in continuazione in agenzia ed è da tre giorni che sta facendo su e giù sotto il suo ufficio. Come funziona il mondo dello spettacolo? Se Fabrizio scende a prendere un caffè gli fanno uno scatto insieme e succede quello che potete immaginare. Dico quindi che è molto facile inventarsi qualcosa perchè il popolo è molto facile da prendere in giro".

A parlare è Belen Rodriguez, durante l’incontro sul set del film "Se sei così, ti dico si" di Eugenio Cappuccio, all’Hotel Exedra di Roma, rispondendo a una domanda sul caso ‘Ruby’. "Io non credo che questi sono i problemi importanti - dice ancora l’attrice sudamericana - ma servono soltanto a distrarre noi dai problemi reali. Quello che vediamo nei telegiornali tutti i giorni sono cose veramente effimere e quindi come nel caso di Ruby, per avere un successo corto che dura cinque minuti è molto facile".

Al termine dell’incontro con la stampa, Belen torna sull’argomento e spiega: "Come lei in tante fanno questi giochi e se non riescono ad avere successo lo possono cercare per altre vie". L’attrice, che da due anni è protagonista del gossip e della televisione italiana, racconta anche di aver conosciuto Silvio Berlusconi, ai tempi in cui era fidanzata con il calciatore del Milan, attualmente alla Roma, Marco Borriello. "Ho conosciuto Berlusconi, l’ho visto un pò di volte perchè Marco faceva parte della squadra del Milan. È una persona simpatica che ha il potere della parola".


Fonte: http://qn.quotidiano.net/cronaca/2010/11/12/413531-belen_veleno_ruby.shtml

Sabato 13 Novembre 2010

Concessione all’abuso - PARCHEGGI

Abuso parcheggioQualche anno fa in una serata infrasettimanale invernale e con la neve che stava imbiancando tutto da poche ore, decido di visitare una di quelle fiere minori organizzate grazie alla recente realizzazione di un polo fieristico a Modena. Dopo il lavoro la situazione meteo ovviamente ha convinto tutti a tornare a casa, quindi, mi accingo a parcheggiare in un parcheggio vuoto dove le uniche tracce di pneumaticvi lasciate sulla neve sono quelle della mia macchina. Bene ho appena fermato la macchina spento il motore e sento un tipo che mi intima di spostare la macchina perché sto occupando il posto per disabili, mentre lo dice punta l’indice sulla segnaletica verticale parzialmente coperto di neve, mi guardo intorno perplesso, e il tipo replica dicendo che se la lascio lì chiama i vigili. In pratica quel tipo, mi avrebbe fatto sentire in colpa anche se avessi parcheggiato in mezzo al deserto, alle coordinate x, y perché solitamente occupate da un principe in incognito con una concubina extra durante le serate di luna piena. Insomma, l’avete capito ho spostato la macchina di qualche mt, non si può dire “qualche” posto auto perché le striscie non si vedevano, con buona pace di tutti. Pure io a volte mi dico che se trovo qualcuno fuori posto gli mando i vigili, poi non l’ho mai fatto e non ricordo, anche se ho guardato con sospetto qualcuno, di avergli mai detto che è un handicappato.

Abuso parcheggioDopo un eipsodio del genere mi sono sensibilizzato ed ho visto come a volte, pagando, le regole di buon costume sembrano facilmente scavalcabili. E’ il caso delle due foto che ho fatto perché è evidente che sono parcheggiate in modo abusivo, auto sul marciapiede, a Mestre – VE, nella seconda foto una Limousine Lincoln alla COMET a MO, non riuscendo a parcheggiare “normalmente” si è messa di traverso occupando totalmente l’area dedicata ai disabili. Per entrambi il parcheggio è stato concesso sicuramente dopo accordi con il comune o il centro commerciale, in questo caso è straordinario come nessuna delle numerose persone che vedono tali abusi, sollevino proteste o abbiano il benchè minimo sentore di rivolta.

Invece se capita al sottoscritto in modo involontario in un parcheggio deserto, l’unica isolata persona che passa, forse incavolata dal tempo, mi riprende con gravità!
Non è giusto!

Venerdì 12 Novembre 2010

Simbolo fallico in pubblicità

Spesso i pubblicitari realizzano le loro campagne pubblicitarie con allusioni al corpo femminile, sfruttandolo come richiamo efficace non solo per l’uomo ma anche per il gentil sesso.
A volte però si ha l’impressione che ci sia un’evoluzione, che si siano spinti più in là di quello che puoi pensare, è il caso della scarpetta di questa foto (realizzata per l’occasione con il cellulare) con la soletta munita del famoso sistema d’aerazione, illustrato da tanti piccoli ugelli da cui fuoriesce aria rappresentata dalla nube azzurra e fin qui tutto normale, rientra nel tema, in una comunicazione efficace di un sistema brevettato, ma forse non è immediato è ciò che si vede prima di pensare a che cosa vuol dire quello che vedi. Sarà complice il fatto che sono miope, ma in cima alla nube d’aria vedi prima una forma fallica in erezione e da sotto una donna guarda in alto evidentemente interessata, poi solo dopo pensando che non può essere vero individui la sagoma della scarpetta.
Ora non so se quella scarpina da donna (mocassino o meglio definita ballerina), così raffigurata ha lo scopo subdolo di suggerire al loro inconscio “qualcosa” o no, ma certamente non hanno mancato di sfruttare l’evidente somiglianza del profilo della scarpa ad un pene in erezione.
Qualche giorno dopo nello stesso negozio, presente nella galleria dell’iper mercato Grandemilia, questa pubblicità è stata sostituita da un’altra che non conteneva nulla di subliminale, forse pure loro si erano accorti di ciò che avevo visto anch’io?

Etichetta prezzi che disturba

Non che vi riguardi molto, ma recentemente ho ricominciato a leggere libri, mi ritrovo sempre più frequentemente a guardare negli scaffali quali sono le novità che mi potrebbero allettare di più e dopo aver scelto un genere scegli un titolo, prendi in mano il libro e leggi sulla quarta di copertina il sunto del libro solitamente scritto dall’autore o una testata giornalistica, in ogni caso fornisce una specie d’identità al libro trasformandolo in qualcosa di più di semplice cellulosa bianca con grafismi moderni. Purtroppo questa possibilità è spesso negata o disturbata dalla presenza posticcia dell’etichetta del prezzo scontato, applicato metodicamente nelle poche righe a te necessarie per capire se t’interessa acquistarlo o no (vedi foto).
La conseguenza è che acquisti qualcosa di non scontato perché senza etichetta o per prendere lo stesso titolo anziché dagli scaffali del Grandemilia dal negozio di libri all’interno lo stesso centro commerciale scoprendo spesso che è più economico.
In pratica nel negozio per indicare quali sono i libri soggetti allo sconto del 30%, li mettono in una determinata area con un cartello indicativo, preservando ai potenziali acquirenti la possibilità di leggersi interamente la quarta di copertina, in questo modo possono variare o annullare lo sconto in funzione delle promozioni che fanno al Grandemilia, con estrema efficienza e rapidità.
Ma quella che per me è un’aggravante non indifferente è che dopo aver visto l’etichetta collocata nel posto sfortunato, prendi su un’altra copia del libro e scopri che l’etichetta è esattamente nello stesso punto, ma sai che lo fanno a mano e speri che almeno per errore dopo tre o quattro copie sbaglino di qualche cm e leggi quelle porzioni di testo coperte nel primo che hai preso in mano, invece sembra che scientemente ci sia la volontà di non farti leggere proprio solo alcune parole in alcune righe e sempre le stesse in tutte le copie del libro, un po’ come fare autogoal, fai qualcosa per promuovere la vendita del libro e poi la stessa azione diventa un impedimento alla vendita, il massimo in termini di astuzia commerciale negativa.