BLOG di Luciano Testi

Lunedì 25 Settembre 2006

Missione Libano - Solo passi indietro!

Il bilancio di tre settimane di presenza nel sud del Libano è sconfortante, perché dal lato politico i passi indietro sono stati pochi ma importanti. Gli Hezbollah hanno fatto una dimostrazione di piazza con 500.000 persone e un servizio di controllo senza eguali dichiarandosi vittoriosi e che nessun esercito li disarmerà. In seguito nella stessa città è avvenuta un'altra dimostrazione, quella del Libano ufficiale che ha ricordato che a causa degli Hezbollah il sud del Libano è in condizioni disastrose. Questo parlare in piazza lanciando anatemi sembrano i necessari tasselli per una guerra civile, infatti, gli Hezbollah hanno ricordato che di missili ora ne hanno 20.000. Dai media si era saputo che ne avevano 11.000 e che circa 3.000 sono stati usati contro Israele, ne rimangono 8.000, quindi hanno ricevuto altri 12.000 missili, più o meno l'equivalente di circa 8 o 10 bilici di quelli da 12 mt di lunghezza con il carico massimo in peso, cioè dei mezzi che passano inosservati, soprattutto perché la frontiera con la Siria non è presidiata da guardie ONU con potere pieno di controllo, perché i siriani non le hanno volute neppure se disarmate.

A questo punto mi viene spontanea una domanda: "Ma la missione UNIFIL non ha come scopo il disarmo delle forze miliziane?", non solo in tre settimane, non è stato rintracciato un solo missile, ma sono pure aumentati! Di conseguenza viene un'altra domanda: "Ma perché siamo andati lì, nel sud del Libano? Ci siamo andati per garantire un pacifico riarmo dei miliziani, o per aiutare il Libano a ripristinare lo stato di diritto in una zona difficile?".

E la nostra politica estera cosa sta facendo?

Sabato 16 Settembre 2006

Prodi in Cina. Una tassa in più.

Sono contento che il gruppo FIAT ed altre grandi realtà italiane conquistino il mercato cinese. La presenza di Prodi come Primo Ministro italiano la ritengo superflua, un gettone consumato solo per abbinare il suo nome alla futura penetrazione sul mercato cinese delle auto italiane. Entro il 2010 saranno prodotte 300.000 auto su territorio cinese, queste sono le cifre del successo, ma altre cifre che produrranno la chiusura di molte piccole realtà italiane, è politicamente sconveniente farle conoscere. La presenza di Prodi in Cina è sicuramente un'occasione per chiederci in cambio la possibilità di penetrare il mercato italiano e da qui giungere l'intera Europa, lasciando a chi legge immaginarsi con quali conseguenze.

Vorrei ricordare che in passato la FIAT ha costruito fabbriche e raggiunto partenariati importanti dapprima in Russia e nei paesi del blocco dell'Est poi in Brasile, Turchia, Cina, Argentina ed India costituendo un ponte diplomatico, per i governi italiani, soprattutto con la Russia e i paesi dell’est. I vari paesi nei quali la FIAT ha costruito fabbriche, non chiedevano come contropartita l’invasione dei mercati italiani con loro prodotti, la FIAT è un’azienda privata, non statale. Se invece un accordo con la Cina è ufficializzato con la presenza del primo ministro italiano, pensate sia possibile uscirne senza che la Cina ci chieda d’aprire i suoi mercati ai prodotti cinesi? Pensate che quei prodotti siano concorrenziali con i grandi gruppi industriali che costruiranno fabbriche in Cina? Direi proprio di no. Questi prodotti cinesi metteranno a rischio numerose piccole realtà italiane, datori di lavoro e dipendenti senza distinzione (come sta già capitando per il settore tessile e calzaturiero).

La visita di Prodi in Cina è solo un’ulteriore tassa regalata all’Italia.

Lunedì 11 Settembre 2006

Resolution 1701 del 11-Ago-2006, UNIFIL

Vi stanno inciaspicando numerosi parlamenti e governi. Il sunto della risoluzione in inglese la trovate qui e il pdf completo è scaricabile qui.

Il contenuto pur essendo molto chiaro nell’obiettivo da ottenere non fornisce indicazioni di limiti per l’applicabilità. Non credo ci sia possibile attuare la 1701 senza farci dei nemici, non credo che l’esercito regolare del Libano la attui al posto d’altri, eccetto pochi e rari episodi giusto per mostrarsi attivi, un po’ come faremo noi e penso solo se riceviamo soffiate sui depositi d’armi, tanto vale farsi dare la lista dall’esercito israeliano, visto che raramente sbagliavano a colpire i depositi e quando sbagliavano era perché i miliziani usavano i civili come scudo. Se avessimo quella lista saremmo capaci di prenderle e distruggerle? Nel frattempo la Siria ha rifiutato la presenza di guardie, anche se disarmate, con carta bianca per il controllo del transito d’armi in prossimità del suo confine. Spero che la gente che si è allontanata dal sud del Libano, vi torni e stanca d’avere i miliziani tra le palle cominci a dire qualcosa e protestare pubblicamente. Solo in questo modo potrà iniziare una svolta nel dopo conflitto e le armi prenderanno un percorso diverso e in quantità limitate. Però occorre un coordinamento politico e non solo logistico tra tutti i paesi partecipanti alla missione per ottenere da quelli coinvolti, l’appoggio necessario non solo per il disarmo ma, e questo è molto più difficile, ottenere una cessazione delle ostilità che permetta alla popolazione locale d’iniziare ad intrecciare rapporti e scambi commerciali.

Il Libano, deve trovare mezzi e strumenti adeguati per evitare il ripetersi d’iniziative locali da parte dei miliziani (che non credo siano tutti originari del sud del Libano).

Berlusconi di F.I. ha detto no a questa missione e spero elenchi le motivazioni punto per punto e non in modo generico, in parlamento e non con i media. Prodi dopo aver saputo di questa decisione, ha detto che tutta l’Italia dovrebbe collaborare per mostrarsi unita alle altre nazioni, ma scorda che nella precedente legislatura il centrodestra si è sorbito dal centrosinistra d’essere dei guerrafondai per analoghe missioni e altro che precisazioni in parlamento, no, dimostrazioni di piazza e bandiere pacifiste ai balconi. Il ritiro delle nostre forze dall’Iraq è un altro modo per mostrare al mondo quanto è unita e compatta l’Italia.

Mercoledì 6 Settembre 2006

Hezbollah-vittime o miliziani senza scrupoli?

Sbarco in diretta tv
I nostri sono attesi con simpatia e velate minacce. A Qana in una famiglia hezbollah vittima della strage.
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QANA, TERRA evangelica diventata nei tempi correnti caposaldo della milizia radicale sciita, sarà inclusa nella zona di operazioni affidata agli italiani dell’operazione “Leonte”. Mohammed è un abile miscelatore di promesse e di velate minacce: “I vostri soldati sono i benvenuti, se non si schierano con gli israeliani. In caso contrario saranno trattati come merita una forza occupante”. Può essere più chiaro? “Gli hezbollah mi hanno detto che l’Italia è diversa. Il ministro degli esteri Massimo D’Alema ha visitato Beirut sud e questa passeggiata a Israele non è piaciuta affatto. Nell’ 82 gli italiani si tenevano alla larga dagli altri paesi, non hanno partecipato ad azioni militari contro il Libano, a differenza dei francesi, degli americani e degli inglesi. Sapete benissimo che cosa è successo…”.
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Per leggere tutto l'art. http://qn.quotidiano.net/art/2006/09/02/5433313

Fino a pochi istanti prima questa terra era teatro di guerra, terroristi (loro li chiamano miliziani ma sono senza divisa), utilizzavano qualunque sede per lanciare dei missili portatili contro gli israeliani, come risposta ottenevano la distruzione delle supposte sedi di lancio e stoccaggio di questi missili. È fuor di dubbio che a questi miliziani non importa proteggere la loro gente, sanno che Israele non si fermerà di fronte a nulla per proteggere la sua integrità territoriale, non c’è più Ariel Sharon ma la macchina militare è immutata e decisionista, oggi lo sappiamo, e non c’è nulla di meglio che controbattere colpendo la località di provenienza dell’ordigno (cosa dovevano fare, sorteggiare una località a 30 km di distanza?), tanto più se da lì ne partono più di uno. Non credo ci fosse un miliziano per ogni edificio, ma probabilmente hanno usato con la forza numerosi edifici civili (entrando in casa d’altri con le armi chi si sarebbe opposto?), continuando imperterriti per 34 giorni. Pure il governo libanese è corresponsabile di questo disastro, 11.000 missili non possono passare sul territorio libanese e giungere in mano ai miliziani senza che nessuno sappia nulla. Oppure il governo libanese pur non essendo formalmente in guerra con Israele si è levato la soddisfazione d’avergli dato qualche bastonata tramite i miliziani? E a quale costo di vite umane? Tanti civili in mano a persone senza scrupoli e ora guardano alle bombe illegali. Il Libano promette che penserà ai miliziani, ma perché non si è mosso prima? Lo farà davvero? E i ns soldati (pardon i caschi blu), quando parlano con gli hezbollah, hanno di fronte veri hezbollah-vittime o sono miliziani, quelli senza scrupoli che approfittano della tregua e degli aiuti per riorganizzarsi?

Consiglio la lettura di questi due articoli:
Italiani nell'area dei bunker degli Hezbollah su www.corriere.it
Le lacune dell'informazione italiana sulla situazione in Libano su www.aljazira.it
Dopo averli letti spiegatemi come mai siamo corsi in prima linea davanti a tutti senza preoccuparci delle regole d'ingaggio.

Domenica 3 Settembre 2006

Spot-Libano interrogazione parlamentare

A causa dell’indubbio ed inutile dispiego di forze per sbarcare meno di mille uomini, occorrerebbe un’interrogazione parlamentare per spiegare le ragioni di questa scelta e se era proprio necessario trasformare in un reality quest’operazione. Un C130 facendo la spoletta permetteva in tempi brevi, 48 ore, di portare gli stessi uomini e rispettando le caratteristiche d’urgenza della missione risparmiando soldi dei contribuenti. In seguito una sola nave portaerei poteva giungere anche dopo qualche settimana. Gli aerei a decollo verticale con missili aria-aria e aria-terra a che cosa servono? Si prevede d’usarli subito? Era prevista la loro presenza nell’ingaggio?

Si tratta della missione più televisiva di tutte quelle fatte anche da altre nazioni, con le solite osservazioni di tipo giornalistico … ora si bagneranno le scarpe … adesso i sub si rifocillano dopo lo sbarco (bevono acqua), eccetera, era questo quello che ci fa fare bella figura? Da questo punto di vista, ciò che dice il sito Muslm.net può essere anche umoristico, l'impressione è che la crociata non si stia facendo in Libano ma in Italia.

Perché i militari di solito riservati hanno dato il consenso? È un’iniziativa RAI essere così propensa ad asservire Prodi in questa corsa di recupero d’immagine nei confronti di Bush, o vi è una richiesta diretta?

L'opposizione è ora che si dia una mossa, nella precedente legislatura per meno la sinistra scendeva in piazza.

Manganelli e spray urticante ai Vigili di Modena

Fa tanto discutere l'intera giunta comunale la decisione di completare la dotazione dei vigili urbani con manganelli e spray urticante. Non capisco la stupidità e illogicità di chi si esprime contrario, o come un consigliere UDC che si riserva di comunicare i risultati di un sondaggio che sta facendo su internet. Nessuno viene voglia di chiedere ai vigili che cosa vogliono fare? A nessuno è venuto in mente che non è più come 20 anni fa e che giornalmente hai a che fare con extracomunitari o anche microcriminalità nostrana che può avere facilmente il sopravvento su di te? Se sei vigile donna di max 50 kg cosa fai? Mica tutti sono alti 190 cm con 90 kg di muscoli pronti a scattare! Da soli questi aspetti sono sufficienti per deliberare l'acquisto della dotazione e dei corsi necessari per un impiego responsabile.

Libano - D'Alema vince ma non è un videogame.

dal sito unita.it del 2/9/2006
«Primi come ai mondiali, la Francia arriva dopo». Mentre prosegue lo sbarco dei soldati italiani in Libano, Massimo D'Alema scherza al vertice dei ministi europei. L'operazione, iniziata all'alba e rallentata dalle cattive condizioni del mare, un successo di politica e di immagine.
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E proprio il generale Pellegrini, sabato mattina, ha annunciato che entro due settimane il nuovo contingente multinazionale conterà 5mila uomini dispiegati sul territorio libanese. «Dobbiamo dimenticare la precedente missione Unifil. È morta», afferma il comandante Unifil. Alla nuova missione «rafforzata da regole di ingaggio più robuste» il compito di presidiare una tregua «fragile» nella quale «ogni incidente può provocare un'escalation delle violenze».
Certo, abbiamo vinto i mondiali contro la Francia e abbiamo visto come l'hanno presa, ora il nostro ministro degli esteri sfoggia la sua diplomazia girando il manico del coltello nella piaga ... e speriamo cambi tasto quando si rivolge a Iran e Siria ma anche ai libanesi stessi. La sinistra faceva dimostrazioni di piazza contro le missioni precedenti ora si esalta trasformando in un reality lo sbarco, viva la sicurezza dei nostri militari, per parcondicio propongo anche un reality che mostri dove sono le armi degli Hezbollah e i corrieri che gliele portano. Risulta anche strano la coincidenza dello sbarco con i primi TG della domenica, altrettanto strano il dispiego di forze navali per lo sbarco di persone e attrezzature dopo aver dichiarato la missione URGENTE, un C130 avrebbe fatto da solo tutto quanto in 48 ore a costi di molto inferiori. Quello che non va bene è che Prodi utilizzi questa missione per farsi uno spot televisivo inutilmente costoso e grazie alla diretta con dettagli dai risvolti perfino pacchiani.


dal sito ilrestodelcarlino.quotidiano.net
Quanto al disarmo delle milizie sciite di Hezbollah, l'ufficiale Pellegrini ha detto che "si tratta di una questione nazionale, che sarà affrontata dalle autorità libanesi". "La mia missione - ha concluso - è quella di prendere possesso di un'area ben definita tra il fiume Litani e la Linea Blu e di impedirne la presenza di armi" non autorizzate.
Ecco il punto, "impedire la presenza di armi non autorizzate" è molto più chiaro di "regole di ingaggio più robuste", però qui sorge un altro problema, ad esempio la Turchia avrebbe già detto che se deve disarmare gli Hezbollah ritira dal Libano i suoi soldati.


dal sito ilrestodelcarlino.quotidiano.net
QANA, TERRA evangelica diventata nei tempi correnti caposaldo della milizia radicale sciita, sarà inclusa nella zona di operazioni affidata agli italiani dell’operazione “Leonte”. Mohammed è un abile miscelatore di promesse e di velate minacce: “I vostri soldati sono i benvenuti, se non si schierano con gli israeliani. In caso contrario saranno trattati come merita una forza occupante”. Può essere più chiaro? “Gli hezbollah mi hanno detto che l’Italia è diversa. Il ministro degli esteri Massimo D’Alema ha visitato Beirut sud e questa passeggiata a Israele non è piaciuta affatto. Nell’ 82 gli italiani si tenevano alla larga dagli altri paesi, non hanno partecipato ad azioni militari contro il Libano, a differenza dei francesi, degli americani e degli inglesi. Sapete benissimo che cosa è successo…”.
Questa è l'opinione di un Hezbollah che ha perso famiglia e casa, mentre un sito fondamentalista Muslm.net (il server risiede in Texas a Dallas e il suo amministratore è dell'Arabia Saudita) annuncia che sono arrivati i crociati. Questa volta credo proprio che se capita qualcosa dobbiamo coprirci le spalle da soli.

In senso generale è vero quanto scrive il Financial Times, l'attuale governo deve sta correndo per recuperare immagine nei confronti degli USA dopo averla persa con l'abbandono dell'Iraq, quest'operazione è in parte favorita da aspetti preesistenti, come buoni rapporti con i paesi arabi moderati, con Israele instaurati da Berlusconi e per non avere nella propria storia un'epoca di colonialismo, ma anche da motivazioni sottili come impedire alla germania d'ottenere un seggio fisso al Consiglio di Sicurezza in virtù di un ruolo non preminente grazie alle recenti iniziative italiane.
Nel contesto attuale, questa scelta apre prospettive per ambire ad un ruolo importante nell'area del MO, ad esempio con l'Iran e la Siria o per appoggiare la presenza dei Caschi Blu a Gaza, tutto questo presuppone una capacità diplomatica che ancora non si è vista e in assenza della quale la missione in Libano rimane un'opera incompiuta, se sarà necessario trattare con Israele dovranno chiamare Berlusconi?

Il videogame nei primi 4 mesi costa 219 milioni di Euro, più o meno è come se ogni contribuente pagasse una tantum 11,00 € x 20.000.000 di contribuenti = 220.000.000 €.
P.S. Scusate non è come se, li stanno già usando e ne serviranno tanti altri per qualche anno a venire.

I pacifisti sono un po' sbigottiti dall'impegno di questo governo di sinistra per questa missione, una sinistra che in passato era contro quella in Iraq dicendosi contraria alla guerra, l'ingaggio prevede il disarmo degli hezbollah all'interno di una striscia di terra, vorrei proprio vedere se pensano che basti presentarsi a casa di ognuno di loro con un foglietto di carta con su scritto il mandato. Vorrei anche vedere se il governo libanese compirà lui quest'operazione (perchè non l'ha fatta prima?) e se Iran e Siria collaboreranno come hanno detto di fare (dichiarare ciò è un'ammissione del loro coinvogimento).

Sabato 2 Settembre 2006

Rutelli: «Cambiamo abitudini sulle vacanze»

«Basta con i tre mesi estivi, l'Italia deve adeguare le sue vacanze in funzione di un nuovo modo di fare turismo» ... CONSIGLIO DEI MINISTRI - Rutelli ha riferito di aver già portato la proposta in Consiglio dei Ministri e si è detto convinto che una scelta di questo tipo avrebbe ricadute importanti «su quella grande industria nazionale, con grandi potenzialità, che è il turismo».
Estratto dal sito del Corriere Della Sera.

Stento a crederci, il 4-Ago-2006 avevo proprio scritto che gli italiani dovrebbero distribuire le vacanze nell'arco dell'anno, eccovi il link
http://blog.lucien.it/msg/index.php?2006/08/04/37-emergenza-vacanze

Ma ... Rutelli è un lettore del mio blog?
Vediamo cosa riesce ad ottenere.