BLOG di Luciano Testi

Venerdì 29 Giugno 2007

Nuovo Partito Democratico (PD)

Il PD è un ulteriore partito di sinistra in aggiunta a tutti quelli che già ci sono. La sua nascita denota l’attuale sofferenza dei partiti di centro sinistra che governano a corrente alternata, senza coesione, e disposti a cambiare qualunque legge pur di corrispondere alle pressioni dell’elettorato. Peggio di una prostituta. Capire che idee hanno è alquanto problematico.

I valori su cui si fonda il nuovo partito, mi trovano concorde come chiunque sia dotato di buon senso, ma ho il sospetto che il PD aumenterà le spese dello stato, e non di poco. Mi sembra una sinistra desiderosa di un restauro estetico, ma che poi finirà per gestire l’Italia come da un anno stanno facendo.

Siccome Tony Blair si sta liberando, sono convinto che se gli diamo mandato per fare il premier in Italia, il 90% dell’entourage politico fa le valige e torna a casa, ottenendo il primo vero consistente risparmio (in Inghilterra, non hanno 3 o 4000 tra portaborse segretari e autisti per il governo, gliene bastano 200). In Italia occorre ridurre il costo della politica, non perdere tempo per fare partiti nuovi perché quelli che ci sono non sono sufficienti a garantire una maggioranza stabile, non occorre gestire il potere, ma la salute dello stato prima di tutto.

Una qualunque valida idea nata all’interno del PD, perché non può trovare uguali consensi se espressa nel contesto dell’attuale centro sinistra? I partiti sono ingessati? Da chi? O da cosa?

Martedì 26 Giugno 2007

De Gennaro troppo buono

Ironia della sorte vuole che per un De Gennaro che lascia vacante il posto di capo della Polizia perché indagato per falsa testimonianza sui fatti occorsi alla Diaz durante il G8 di Genova, al suo posto arrivi un certo Manganelli il cui cognome è tutto un programma.

Questo è un segnale per spiegarci che faranno meglio?

P.S. Non credo che questo avvicendamento renda giustizia per quanto capitò a Genova nel 2001.

Lunedì 11 Giugno 2007

Gestione rapimenti italiani all’estero.

Il governo, in Afghanistan ha speso delle pedine desiderose di gloria per ottenere la liberazione dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, salvo poi ricevere delle bacchettate dagli alleati “attivi” sul territorio, per averlo liberato rilasciando dei Talebani. Le conseguenze di quest’operazione non sembrano terminate, il caso Mastrogiacomo è stato utilizzato per far pesare la nostra politica estera su un teatro che ha gli occhi del mondo puntati addosso, fino a mettere in gioco il prosieguo della presenza militare italiana in Afghanistan. Ricordiamo che il traduttore e l’autista rapiti insieme a Mastrogiacomo sono stati uccisi, il mediatore di Emergency sospettato dal governo afghano d’avere a che fare con i rapitori è stato arrestato, mentre quattro dei cinque Talebani rilasciati in cambio di Mastrogiacomo sono stati uccisi in base a servizi d'informazione afghani.
La situazione è complessa e critica, e il ministro degli esteri D’Alema intende liberare dalle prigioni afghane Hanefi, il mediatore di Emergency, e siccome Karzai è atteso alla conferenza sulla giustizia a Roma il 3 luglio, minaccia di cancellarla, poi D’Alema replica al recente G8 trasformando in europeo un problema italiano.
Vale la pena rischiare di rimangiarsi la parola se non ottiene i risultati sperati? Annullare quella conferenza, significa un po’ rigettare l’Afghanistan in uno stato non di diritto e venire meno alla propria missione di pacificazione e stabilizzazione di un paese. Era quello che voleva D’Alema?

Meno di 24 ore fa hanno rapito un sacerdote italiano, Giancarlo Bossi, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, nella zona di Zamboanga (Mindanao) delle Filippine meridionali. Fin’ora solo il papa ha fatto un appello per tutti i rapiti nel mondo e in particolare per Giancarlo. Ovviamente in Italia se ne interessa solo la diplomazia ufficiale, visto e considerato che non ha rilevanza politica, oltretutto Giancarlo è schierato ideologicamente nelle file dell’opposizione!

Foto dal sito lettera22.it

Domenica 10 Giugno 2007

Bush a Roma, no nello Stato del Vaticano

Bush e il Papa 2007Si è conclusa ieri la visita di Bush a Roma (foto rainews24.it) ma prima che arrivasse qui, di recente abbiamo colto l’occasione per:
1) Iniziare il processo in contumacia contro 16 agenti CIA per il sequestro di Abu Omar.
2) Prodi va in Veneto, dove gli oppositori dell’allargamento della base militare USA a Vicenza profittano per una manifestazione.
Questo durante l’attesa dell'ospite americano.

Ieri Cossiga, in modo disincantato e con una bandierina americana in mano mentre gustava un gelato al bar (come scrivono oggi su Il Resto del Carlino) ha detto ai manifestanti: “Voi sì che siete coerenti, il buffone è Prodi che permette manifestazioni contro il suo ospite”.

Non dimentichiamo poi che numerosi politici dell’attuale maggioranza di sinistra, se non avessero incarichi istituzionali, andrebbero volentieri in piazza a manifestare, ma nessuno coglie l’occasione per condannare le violenze verificatesi.

Prodi al termine dell’incontro dice: “Bush è un vero amico”.

Sulla visita in Italia di Bush, la stampa americana parla solo dell’incontro con il Papa.

La nostra Italia ha una doppia faccia perché il governo di centrosinistra, spesso cambia idea, e in tema di politica estera pensa d’ottenere prestigio solo con un sorriso forzato di Prodi e affermazioni di rito. Forse è meglio che si chiedano perché Bush ha voluto incontrare anche Berlusconi, con il quale ha programmato una visita nella sua residenza in Sardegna.
P.S. Vi giungerà anche Cossiga?