BLOG di Luciano Testi

Lunedì 27 Ottobre 2008

La differenza la fai tu, guardando la pubblicità di Toscani

Il titolo del messaggio è uno slogan del PD, uno di quelli scelti tra i tanti proposti dai loro iscritti, ma un titolo del genere, potrebbe anche ritorcersi contro chi lo usa, perché la differenza la fai anche quando non scegli il PD.

Ma in questi ultimi giorni abbiamo visto il frutto della collaborazione tra Oliviero Toscani e l’organo ufficiale della sinistra comunista.
Guardando l’immagine del sederino visto di tre quarti, con una minigonna inguinale in jeans, la serie di parole paiono attributi della ragazza, e come potrebbe essere altrimenti se leggi, nuova, libera, mini, bella, forte, indipendente, impegnata, coraggiosa, sorprendente, rivoluzionaria, intelligente, generosa, essenziale e indomabile, dalla tasca posteriore destra della mini spunta una copia piegata del quotidiano L’Unità, perciò è anche comunista. Da subito ho pensato ad una trovata di una ragazza che vuole farsi pubblicità con una provocazione seducente, ma ho anche pensato ad un’agenzia di ragazze in affitto.

Domani, se una ragazza mette L’Unità nella tasca posteriore significa che lancia un messaggio preciso di disponibilità, altro che invitare all’acquisto di una copia del quotidiano.

E pensare che il nuovo direttore dell’Unità è una donna, Concita De Gregorio, allora mi viene da chiederle quanto contribuisce alla sua carriera il suo posteriore e se in un qualche modo tutti quegli aggettivi sono ascrivibili a lei.
Era meglio un’immagine con una copia del quotidiano che sbuca da uno zainetto di una ragazza in motorino, ovviamente con il casco, capelli biondi e lunghi che fuoriescono come unica nota femminile.

È proprio il caso di dire che di fronte a immagini del genere, la differenza la farà proprio chi deve scegliere e di fronte ad un messaggio così allusivo e provocante le scelte sono ben poche.

Aspetto con ansia il giorno in cui il re dei film erotici, un tale Tinto Brass gli chiede di fare una campagna pubblicitaria ad un nuovo film, vedremo il ritratto migliore della sua vita.

Domenica 26 Ottobre 2008

Portali video di Rai e Mediaset, ma non per tutti

La Rai, dopo un lungo periodo di collaudo del suo portale video Rai.tv, sta facendo una campagna pubblicitaria in TV per farlo conoscere.
A differenza di Mediaset, il servizio Rai è gratuito, ma il primo fornisce video interi delle sue trasmissioni, mentre il secondo solo spezzoni significativi.

Ma sia la Rai che Mediaset non hanno pensato che non ci sono solo computer muniti di sistema operativo della Microsoft, cioè le varie incarnazioni di Windows: 2000, XP o Vista, ma c’è anche il MAC OS X della Apple per non parlare di Linux o degli smartphone, nuovi media reader che necessitano d’attenzione perché la loro percentuale è in aumento.

Con Mediaset per rivedere una puntata persa paghi 0,99 centesimi e devi usare Windows, ma non è finita, il video è protetto dal DRM di Microsoft che ha un timer di un mese dopo il quale per rivederlo ti attacchi al tram. Negli USA network televisivi ben più grandi sia della Rai che Mediaset hanno deciso sia conveniente per i contenuti a pagamento, appoggiarsi a iTunes della Apple che rende possibile la visualizzazione qualsiasi sistema operativo abbia l’utente e senza scadenze.

La cosa che più mi infastidisce è vedere uno spot Rai che pubblicizza il portale video utilizzando un computer della Apple, un iMac del 2002, il primo a schermo piatto, quello con il braccio snodato e la base a semisfera al cui interno c’è il computer, il logo della mela è coperto da un paio di post-it.
Ma in Rai non si rendono conto che è una presa in giro agli utenti Mac OS X, creare contenuti non consultabili con Mac OS X e poi fare pubblicità usando un computer Apple?

La Rai per cavalcare l’onda della rete da poche settimane ha concluso un accordo con Youtube per internazionalizzare i contenuti rendendoli consultabili in tutto il mondo, nel momento in cui scrivo nel canale Rai sono presenti 446 video, e la durata di ognuno può superare i classici 10 minuti. Però i video su YouTube sono solo una pezza, non un’alternativa.