BLOG di Luciano Testi

Lunedì 17 Marzo 2008

Saratoga, non è un profumo, ne un gioiello, eppure …

Sono oltre dieci anni che periodicamente si vede la pubblicità del più noto sigillante in commercio, in passato come oggi c’è sempre stato un nudo di mezzo, non che non mi piaccia, anzi, le modelle sono sempre gradevoli e carine, le scelgono con degli attributi un po’ sotto la media per non renderle troppo appariscenti o stimolare troppo l’eros, là dove invece si vuole solo far intendere che la tenuta di un box doccia deve essere assicurata dai loro prodotti.
Apprezzavo e trovavo funzionale oltre che logico, la ragazza che fa la doccia e della quale si vede poco pur sapendo che è nuda, oltretutto con una luce calibrata accuratamente sul prodotto e rendendo più scuro il resto. L’obiettivo è chiaro, interessa che vediamo il prodotto, il resto è scontato.

Nel video che propongo sulla novità Saratoga, c’è un’evoluzione importante, si abbandona la vecchia filosofia e ci si diverte di più a distrarre il potenziale utente che sta guardando la TV, forse per un’idea che se ti faccio pubblicità ma sembra che non lo sia, si ha la tendenza ad usare poco il telecomando e passi questa tesi, ma come hanno concluso il nuovo spot?

Un agente donna arriva a casa tua a sirene spiegate, trova che la muffa è l’unico colpevole delle perdite e chiede se si vuole una prova, e qui viene il bello, perché anziché vedere il prodotto in azione, lei si slaccia la zip della tuta scoprendo un seno, e chi guarda subito immagina che ne ha fatto uso, ma sarà una seconda di taglia e continui a chiederti che cosa avrà mai sigillato, mentre la zip scende fin oltre l’inguine, non oso pensare lì, per non farsela addosso, sarebbe una dimostrazione molto complicata. Sappiamo tutti come si usa Saratoga e a che cosa serve, ma se una ti dice che fa una dimostrazione e si spoglia che pensi? Di sicuro guardi fino alla fine lo spot, e vedi lei di spalle con la tuta che scende scoprendole le natiche e il fisico longilineo che sale alcuni scalini e infine la vedi entrare in una vasca, che assomiglia di più a una piscina, e finalmente Saratoga lo vedi in azione, ma dove? Su bordi esterni che poco hanno che vedere con l’acqua e forse solo perché era più facile fare le riprese, la modella era sfocata sullo sfondo, ma illuminata come il prodotto. Da quando si leva la tuta e fino a qualche istante prima che entri nella vasca, sembra debba fare un trattamento di bellezza, comunque, qualcosa che non riguarda un sigillante.

Martedì 8 Gennaio 2008

Io rottamo, tu rottami, ... quanto rottamate!

Ma quanto mi ha rotto questo compiacersi di rottamare, uno deve farlo perché gli sta simpatico Fiorello e company? Se lo spettacolo è bello fa piacere una replica, ma non siamo rimbambiti, adesso baaaastaa! Se volete che la gente vada a comprare le macchine, ditelo apertamente, non fate i parolai, soprattutto non aspettate che abbiano già speso la tredicesima e in anticipo la prossima busta, soprattutto non dopo gli aumenti a raffica che sono arrivati ad inizio anno, a partire dal carburante. A proposito di carburante, fossero capaci di fare macchine in grado di risparmiare, il gioco varrebbe anche la candela, ma se uno lo deve fare solo come segno distintivo, fateci risparmiare almeno il costo della pubblicità!

Sabato 9 Giugno 2007

Auto e pubblicità, trucchi.

Non è l’ennesimo e filosofico post dove l’autore crede d’aver trovato un’alchimia nuova per pubblicizzare le auto, ma vi farò scoprire qualcosa di concreto.

Trucco 1.
Ogni tanto le agenzie pubblicitarie fanno cavolate, come quella vecchia (un po’ d’anni indietro) pubblicità che non scorderò mai, dunque, a un certo punto dello spot l’auto ti viene incontro e nelle intenzioni del pubblicitario mancava qualcosa per far vedere che quell’auto non si ferma di fronte a nessun ostacolo, allora cosa si è inventato? Ha deciso di far investire una piccola pianticella con un fusto di 3 o 4 cm e alta circa 2,5 mt, ma appena la tocca, la pianticella anziché flettere in avanti, cioè verso l’osservatore, piega decisamente sul lato sinistro dell’osservatore, cioè contro le leggi della fisica, e pensando che il pubblico non abbia alcuna capacità innata d’individuare come innaturale quell’azione di causa-effetto. Ricordo che l’auto era una Renault, per me era così illogico quell’effetto, e mi piaceva così tanto mostrare a me stesso che avrei fatto meglio di loro, da non chiedermi il perché lo hanno fatto in quel modo. Oggi senza una ragione, o logica in questo, me lo sono chiesto e la risposta è venuta subito da sola, se facevano cadere la pianta in avanti, oscurava l’auto durante il movimento e questo era da evitare, specialmente negli ultimi secondi finali dello spot. Come hanno fatto a farla cadere di lato? Semplice, hanno collegato un cavetto sottile ma resistente, alla sommità della pianta, sincronizzato bene l’arrivo dell’auto che procedeva lentamente (il video sicuramente è accelerato), e la flessione della pianticella ottenuto con uno strattone deciso al cavetto, magari con l’aiuto di un peso da lasciar cadere o altro sistema in grado d’agire repentinamente, e il gioco era fatto anche se il risultato era un po’ buffo.

Trucco 2.
Quando si guarda uno spot, l’audio gioca un ruolo fondamentale, perché giunge ad uno dei dei due sensi su cui fa leva, quindi, il rombo del motore, dell’auto mentre passa per strada, la silenziosità del vetro elettrico, un tergicristalli in azione, possono risultare piacevoli. Un esempio fra tutti, il rumore di un motore Porsche è riconoscibilissimo, tra l’altro lo hanno brevettato, o il rumore di una portiera che si chiude, più si avvicina a quello di una Rolls-Royce e meglio è. Ma c’è un ma, siamo sicuri che i rumori di uno spot siano quelli reali? Guardiamo il video che segue e rendiamoci conto che un’auto, deve piacere di più che nella realtà.