BLOG di Luciano Testi

Domenica 22 Aprile 2007

Sogni Promessi e Andati, di natura isolana.

Leggendo la notizia che su eBay c'è in vendita una vera isola, (poi capirete perché dico "vera") con tanto di foto, farà sicuramente sognare anche chi non può permettersi una cosa simile ma poi è già un sogno solo la cifra richiesta e ancora, come se la gode chi la compra?
Su eBay c'è un'isola in vendita. 795.000 dollari, poco meno di 600.000 euro, in cambio di uno scoglio verdeggiante di 16 acri, 6 ettari e mezzo, nello stato di Maine, nella zona nord orientale degli Stati Uniti ai confini con il Canada. Chi ama la natura selvaggia e il mare incontaminato ha tempo fino al 14 maggio per acquistare l'isola di Ram. (da Repubblica.it)
Sono esattamente 64.749 metri quadri al prezzo di 9,024 €/mq compresi gli scogli, per rendersi conto di quanto è grande tenete presente che è un rettangolo di terra emersa di 100 x 650 mt. Guardando per bene con Google Earth nella sfilza di scogli lì vicini, c'è anche un faro, perciò è vicina ad un porto, quello di Portland, battuta dal vento e dalle correnti, è a 600 metri da un'altra isola abitata e 2 km dalla terraferma. Mi sa di bufala, oppure chi vende sta sognando qualche dollaro. Vedi galleria foto su repubblica.it


C'è un'altra isola in vendita da gennaio 2007, si tratta del Principato di Sealand al largo della costa orientale dell'Inghilterra, si tratta di un'ex piattaforma militare di 550 mq chiamata "Torri tempestose". é il più piccolo Stato del mondo. In breve un ex Maggiore dell'esercito britannico la occupò nel 1967 proclamandosi Principe. Successivamente riuscì a mantenere i suoi diritti perché la piattaforma era fuori dai confini delle acque territoriali e crearono una Costituzione, una moneta con valore identico al dollaro americano, gadget per fare merchandising online. Bene. Il sogno di questo ex Maggiore è durato 40 anni ed ora d'accordo con il figlio e stanchi di stare su un isolotto grande poco più di un bell'appartamento e dopo qualche problema legato ad un recente incendio, hanno deciso di mettere in vendita il loro principato per una cifra a 8 numeri (quindi sopra ai 10 milioni di dollari) ma sono disposti a trattare. Sicuramente chi è disposto ad acquistare l'ex piattaforma militare, non gli importa di viverci, ma solo che la Costituzione del Principato, lo rende un paradiso fiscale perfetto, cioè un sogno per chi vuole arricchirsi in fretta.
Il sito del principato: http://www.sealandgov.org/index.html (foto da medesimo sito).

Lunedì 9 Aprile 2007

A volte un’ombra t’insegue

Avevo bisogno di bibite ed altri articoli che avrebbero richiesto almeno un’ora dentro a Grandemilia per la scelta. Negli ipermercati c’è tutto anche se per un powerade da 0,5 litri si farebbe prima in un negozio d’alimentari ma è un'altra storia. Come al solito all’ultimo momento, chi mi conosce lo sa molto bene, parto per andare a prendere ciò che mi serve, sono fortunato, trovo il parcheggio vicino all’ingresso nonostante sia tutto pieno e che fra poco più di mezz’ora l'ipermercato chiudeva. Dopo appena 30 mt, mi accorgo di non avere in tasca il portafogli e nemmeno il cellulare, caspita li ho lasciati in auto, con il giubbino in pelle scamosciata il peso e/o ingombro in tasca m’infastidiscono, bene mi sono detto, scrivi sul tuo blog che riescono a portarti via il cellulare o il portatile anche se lo nascondi nel baule e poi lasci in bella vista anche il portafogli, altro che attrezzature sofisticate per accorgersene, bastano gli occhi. Li recupero e poi di fretta entro. So dove si trovano i prodotti che mi servono ma guardando le file che ci sono alle casse (di 55 ce ne sono aperte solo una trentina), mi avvilisco un po’ ma visto che sono lì prendiamo il cestello e avviamoci tra gli scaffali, prima le bibite e poi una confezione di Abbracci, biscotti buonissimi, sto attento a verificare che la confezione non fosse già stata aperta, non è difficile, ne avevo già visto un paio, una addirittura era tagliata con le forbici (già è vero lì dentro vendono anche quelle), mi chiedo in mezzo a tanta gente come può essere che impunemente uno si consuma tra gli scaffali, stavo per dire al banco, ciò che vuole, spesso vedo bambini che masticano cibo non gomme da masticare, da confezioni appena prelevate dagli scaffali gentilmente (si fa per dire) allungata da mamma o papà per tenere buono il lamentoso piccino che s’annoia nonostante stia seduto dentro il carrello o meglio ancora nell’Happy Drive, ma poi si stanca anche del cibo e qual’è la migliore soluzione, abbandonare dove capita la confezione, spesso in scaffali con prodotti merceologici diversi. Quando vedi la confezione alterata vicino a quella che stai prendendo, controlli quello che hai in mano per vedere se ci vedi dei buchi e solo dopo lo depositi nel cestello.

Non si sa proprio quale cassa scegliere, alcune hanno già il semaforo giallo, secondo logica d’ottimizzazione le casse più lontane dovrebbero essere più scariche, ok, faccio la coda nella penultima e dopo un minuto il semaforo è giallo e la cassiera guarda chi c’è anche con la segnalazione di una sua collega che va di cassa in cassa su rotelle. La cassiera ogni tanto guarda la coda con faccia scura, dietro di me uno col carrello non mi lascia un cm di spazio. La cassiera mi chiede se voglio una o due sportine, dico che forse una basta, dopo un po’ ne estrae una seconda, ha passato più di metà degli articoli dal lettore di codici a barre ma non sono ancora riuscito ad aprire la prima sportina, forse pensa che con la seconda ci riesco o che me ne servono due? Aperta la prima, inizio ad infilare prima le bibite che sono pesanti, nel mentre la cassiera già aspetta il pagamento, allora, prima di terminare il recupero dei miei prodotti, pago, però il tipo del carrello che avevo dietro mi aveva seguito al cm, davanti alla cassa c’era lui e per raggiungerla il suo carrello era in mezzo, pensavo tra me che per fargliela pagare doveva pagare lui, allungo le mie leve e la cassiera le sue, intanto guardo scuro il carrello nei piedi, ma il tipo lo impugna con impegno, appena mi sposto forse investe qualcuno. Ritiro il resto sempre con allungo reciproco delle leve mie e della cassiera e completo il recupero degli articoli, quando mi accorgo che il piano in inox della cassa è bagnato, allora presto maggiore attenzione agli articoli che sto mettendo dentro che non presentino delle anomalie, specie le confezioni di succo da 200 ml che hanno una linguetta a strappo che potenzialmente può bucarsi manovrando in modo brusco e in fretta. Non vi sarebbe nemmeno modo di lamentarsi garbatamente con la cassiera, mi avrebbe mandato al punto d’ascolto perché lo scontrino era già stato fatto e pagato. O forse il piano inox era già bagnato da prima, ma la cosa non mi convince, infine chiedo alla cassiera se nel conto aveva messo anche la seconda sportina, risponde di sì, allora metto nella sporta piena anche l’ultimo articolo a perdere e guadagno l’uscita.

Mentre esco vedo una ragazza che entra con il carrello a 5 minuti dalla chiusura, ha scritto in faccia: “Vado di corsa, pistaaa” ma tornerà indietro a mani vuote. Come ritardataria è peggio di me ma crede di potercela fare, mi piacerebbe sapere come guida l’auto.

Appena giunto in macchina, decido di fare un controllo a tappeto di ciò che avevo preso, quel liquido non mi convinceva, metto la sporta dal lato passeggero inizio a togliere appoggiando su seggiolino e cruscotto tutto quanto, alcuni oggetti sono bagnati, li asciugo e non presentano danni, sfilo per primi i succhi, ma erano integri, poi annuso per bene e capisco che dovrebbe essere powerade, ma il problema è vedere se c’è un buchino sulla plastica trasparente delle bottiglie con la luce dei lampioni o interna dell’auto, poi proprio il penultimo powerade lo trovo con il sigillo del tappo mancante e il tappo stesso che è munito di valvola, leggermente aperto lasciando facilmente fuoriuscire liquido se rivolta verso il basso o schiacciata e il peso di quello che c’era sopra schiacciava a sufficienza tanto che ho provato a sollevare la sportina vuota per vedere se aveva trattenuto il liquido mancante circa metà bottiglia e sembrava di sì. Bene, cioè male, ho prestato attenzione all’integrità delle confezioni di biscotti e non a quelle delle bevande, certo, perché non vi ho pensato prima, chi ha mangiato i biscotti poi ha anche bevuto un goccio, tutto è legato ed io sono stato l’unico a trovarli entrambi, chissà perché non vedo l’ora che mi arrivi notizia che anzich’è trovare io confezioni alterate trovino chi le altera. Allora uso la provvidenziale sportina aggiuntiva che la cassiera mi aveva dato in più nonostante la mia precisazione e mi chiedo se avesse visto la bottiglia aperta, può capitare che hai sete e ne apri una, e la sportina in più serve per isolare un oggetto che potenzialmente poteva perdere liquidi, anche se di solito ti danno una sportina più piccola, tipo quella per profumi, perciò rimango dell’idea iniziale su quello che non ha capito la cassiera e che debbo guardare meglio quello che prendo, perché nessuno mi crederebbe, infatti con scontrino pagato come faccio a presentarmi con una confezione aperta lamentandomi che in realtà solo dopo mi sono accorto che era aperta, anche se mi credono sincero, si tratta solo di 0,76 Euro ed oramai l’ora di chiusura è arrivata, prendo la bottiglia alterata, la metto insieme al liquido fuoriuscito nella sportina e caccio il tutto in un cestino mentre intorno a me il parcheggio si sta svuotando.

Debbo anche fare il pieno di carburante e il distributore della Shell a fianco del parcheggio fa rispamiare un paio di centesimi a litro, ma debbo stare attento perché alle pompe 7 e 8 il bancomat non funziona con la mia tessera o se va non ti da lo scontrino, allora mi metto in coda alla pompa prima anche se la successiva è vuota. Chi ho davanti non capisce il perché ma non importa e almeno questa volta fila tutto liscio e me ne vado senza scordare la pompa come nello spot pubblicitario, perché poi il conto sarebbe tutto mio e non è il caso.

L’ombra della sfortuna del giorno prima si sarebbe allungata troppo, basta l’ombra della notte bucata dai fari di 3000 auto che lasciano Grandemilia piene di merce che poche ore prima aveva fatto un percorso inverso.

Domenica 8 Aprile 2007

Buona Pasqua

Buona Pasqua a tutti quanti con le storie della rete by Google. Avete notato che Google adatta il logo al tema delle ricorrenze speciali, penso di sì, chiunque ricorderà qualcosa di simile, però nessuno dal lontano 1998 quando è iniziata questa customizzazione grafica, ha visto un logo speciale per Pasqua. Ho scritto a Google chiedendo le loro motivazioni, non mancherò di mettervi a conoscenza di eventuale risposta.

Sabato 7 Aprile 2007

Rompere la catena

Qualcuno dice “Mi scende la catena”, no non è ancora venuto il momento, però certe catene di eventi è bene s’interrompano il più in fretta possibile. OK oggi è l’ultimo venerdì prima di Pasqua, voglio approfittare anche della bella giornata, solo perché invoglia, ad acquistarmi un paio di pantaloni, gli ultimi due jeans presi non sono comodi come pensavo, di pantaloni ce ne sono parecchi, ma così leggeri che sembrano fatti con una tenda trasparente, infine un paio mi va bene lo provo in un camerino, ma sembra un campo di battaglia minato, per provare un paio di pantaloni ti devi levare le scarpe, giusto? Bene, allora con la vista acuta da miope che ho, tolgo gli spilli che vedevo sul pavimento, non ho mai fatto agopuntura e non voglio cominciare esperimenti da autodidatta, poi mi volto per chiudere il camerino, diciamo che lo chiamano così, ma è un box, chiuso anche sopra con due faretti puntati sulla testa che già mi facevano sudare (ma i neon non li conoscono?), però non posso chiudere, il catenaccino non c’è, esco e guardo gli altri due, tutti uguali, rientro nel primo, almeno avevo già bonificato il pavimento, noto che l’appendi panni a parete era un giorno fissato con due viti, oggi penzola su una e il giubbino sta su per miracolo, i miei pantaloni li appoggio su uno sgabello imbottito su cui non mi metterò a sedere perché temo che uno spillino conficcato in verticale mi aspetti. Inforco i pantaloni in prova, è la stessa taglia di quelli che indosso ma ho difficoltà ad infilarli, e non riesco a chiudere i bottoni e nemmeno a tirare su la cerniera, ma che cavolo di taglie fanno oggi, forse le studiano tutte per risparmiare. Mi guardo allo specchio e sono rosso dal calore, mannaggia alle lampade. Mentre mi rivesto penso che non tornerò più li dentro, esco con il giubbino in mano e i pantaloni da sistemare sulla gruccia, fuori c’è meno caldo. Sistemo i pantaloni nel punto dove li avevo presi, mi sembra impossibile che non ci sia un paio di pantaloni che mi vadano bene allora continuo la ricerca e dopo aver visto il reparto più volte, un paio potrebbe andarmi bene, l’occhio va ai camerini, ce n’erano degli altri in fondo al reparto, ma in alto avevano il simbolo della donna allora sono tornato in quelli di prima e ho notato che anche lì capeggia lo stesso simbolo che secondo chi lo ha allestito solo le donne provano capi d’abbigliamento e così s’indica loro dove poterlo fare, altrimenti se mettevi il simbolo dell’uomo non si azzarderebbero, mah! Entro nello stesso camerino usato prima, il terzo è occupato, si vedono i piedazzi da sotto la porta che non si chiude. Nuova sofferenza ma stavolta premiata perché i pantaloni vanno a pennello. Mi rivesto e vincendo il timore degli spillini sullo sgabello mi siedo pure per allacciare le scarpe, prima d’uscire mi guardo allo specchio per vedere quanto mi vedranno rosso alla cassa, sembra mi sia dato a qualche attività. Vorrei prendere anche una camicia, ma non ricordo con sicurezza la taglia, perciò soprassiedo. Per fortuna che dietro la cassa di questo negozio OVIESSE non hanno installato una vetrofania ovviamente pubblicitaria come nel punto vendita di Grandemilia, illuminata in permanenza a piena parete che emana calore avvertibile anche se sei in coda, oltre che mettere in controluce la cassiera sei illuminato come se ti facessero il terzo grado, tanto che a seguito della ristrutturazione dopo una prima esperienza non vi sono più tornato per fare acquisti, basterebbe solo che tenessero spenta quell’accidente di parete, mi chiedo che senso ha installare una pubblicità grande come una casa davanti a chi aspetta di pagare il conto alla cassa.

Appena la ragazza allunga lo scontrino insieme al resto, da dietro si aspettano che vada via subito, infatti, c’era già un tentativo d’accostamento alla cassa, invece no, metto via i soldini dentro il portafoglio, poi mi giro per andarmene in quel mentre chi era dietro mi si para davanti lasciandomi uno spazio alternativo, ma subito otturato dal carrello della sua donna mooolto intelligente, ma che io respingo senza guardarla, appena uscito dal negozio una coppia che mi veniva incontro all’ultimo secondo devia, lei mi piglia un po’ forte con la spalla al mio braccio destro, sento la botta, ma sono io che le chiedo scusa girandomi, avevo ragione ma chissà perché con le donne a volte ci si prende delle colpe anche se non si hanno.

Nell’ipermercato c’è un punto vendita panini, pizzette, paste, contorni, il tutto prodotto in proprio, quindi freschi e di qualità controllata, e come sempre prima si fa il tiket poi ti danno tutto quello che vuoi, però la cassiera per ogni prezzo doveva scorrere un listino con migliaia di prezzi, poi lo scontrino non te lo danno lo infilano su uno spillone come ordinazione e prendono sempre il primo di sotto, io sono l’unico ma ugualmente lo infilza sull’asta e la ragazza addetta, ugualmente lo strappa come se sopra ve ne fossero altri, mannaggia, non voglio uno scontrino strappato, non è finita, siccome sa che lo scontrino non se ne fa niente nessuno, e chi lo dice, sono come i bollini quando fai il pieno di carburante, quando ne hai accumulati una certa quantità poi ti danno un premio, qui il gioco dura un anno per l’altro, più tieni conto delle tue spese e più lo metti in quel posto a Prodi e alle sue tasse, quindi, dicevo lo straccia e sta per gettarlo, ma una mia esclamazione la mette sull’attenti e mi chiede scusa anche se non le ho detto di Prodi.

Ora usciamo decisamente dall’iper e appena sei fuori all’aria aperta con uno dei primi bei soli di stagione che ti fanno stare bene anche se sono già le 18:30, ti passa davanti una persona e puntualmente accende una sigaretta, ma dico lo fanno apposta di lasciare in scia quelli che non fumano, qui veramente il mondo sembra di quelli che si fanno i comodi loro senza curarsi degli altri, allora lo ripasso e rallento quel che basta per fargli capire che il fumo da fastidio e non importa essere all’aperto per essere liberi da ogni obbligo se mi costringi a respirare il tuo veleno.

All’edicola voglio entrare e debbo aggirare un paio di persone che parlano ma una di esse mi obbliga a passargli davanti, lascio fare non senza far notare la mia contrarietà, intuisce che debbo entrare e m’invita, capisco che è lui l’edicolante, di solito chi c’era prima era sempre dentro, questo però ha il vizio del fumo e arrivando l’ho costretto a gettarla, c’era una pedana spessa e quasi inciampo, vedo che è fuori posto e mentre sposto indietro il piede per sistemarla entra l’edicolante che a sua vola inciampa un po’ urtando contro il tacco della scarpa con cui stavo manovrando, ancora non capisco come ha fatto, doveva andare verso la mia sinistra passandomi alle spalle ed io stavo usando il piede destro, ci siamo guardati in modo strano. Prima di ritornare fuori a parlare con il suo amico, ha atteso che me ne vada io.

Non è finita, uscendo dal parcheggio in auto ci sono le corsie a senso unico e appena mi muovo un beota sta arrivando contromano e debbo spostarmi ma lo faccio solo dopo avergli lampeggiato e fatto rallentare, manco si gira per chiedere scusa, lì la Polizia Urbana non c’è ed è giusto farsi le regole per conto proprio, poi rischi d’applicarla la prima occasione scordando che non sei in un parcheggio privato allora sono guai. Una volta entrando con il senso di marcia giusto, incontro uno che stava uscendo contromano e mi ha bloccato di traverso sulla corsia contromano di una strada interna da percorrere per forza per parcheggiare, ma da lì non mi sono mosso, per due ragioni, la prima perché avevo ragione io, secondo perché mi stava procurando una situazione di pericolo e doveva collaborare affinché ne esca al più presto, quando infine riesco a passare perché si è fatto indietro lui manco ha il coraggio di voltarsi per chiedere scusa.

Ecco ora ci manca solo di bucare una gomma, tanto, quest’anno nei primi tre mesi è già capitato un paio volte, oramai riconosco i sintomi e forse salvo la gomma prima di distruggere la spalla.