Quello che potrebbe essere un normale tema vacanziero è divenuto oggetto di cronaca, è quanto è successo all’attrice Eleonora Brigliadori mentre si trovava in vacanza in Sardegna.
Forse stanca di trovare in ogni dove dei rifiuti non biodegradabili che da brava new-age raccoglie, la bella Eleonora ha sentito il desiderio di lasciare un segno, una specie di monito per sensibilizzare la gente a rispettare la natura, quindi, armata di pennello e secchiello di colore, ha iniziato a colorare di turchese uno scoglio. Puntuale arriva una denuncia per danneggiamento e deturpamento delle bellezze naturali ma lei replica dicendo: "Io non danneggio la natura, la difendo con la mia opera di artista". In effetti i colori a tempera sono destinati a svanire poco alla volta, appena l’acqua inizia il suo lavoro di erosione, è un'opera impermanente come dice la Brigliadori, ma nel frattempo ha trasmesso il suo messaggio.

Non c'è speranza che la mediocrità burocratica accetti interventi fuori dalle righe, invece se per adornare una rotonda si stacca un blocco di roccia dalla sua sede (supponiamo il medesimo) per poi dipingerlo di turchese, il tono d’ufficialità consente il riconoscimento dell’artista. Altrimenti il gesto dell’artista appare irrazionale e lo priva di necessari riconoscimenti, anzi, in quanto tale è da combattere legalmente al pari d’atti di vandalismo.

Ho il sospetto che se un qualunque artista dipinge una roccia, nessuno lo nota, ma se lo fa un personaggio, un VIP o un famoso, arriva immediato un eccesso di zelo, misto ad invidia oggi amplificata dai media.

Insomma, un’opera d’arte ecocompatibile, con intenti educativi è un’occasione mancata da parte delle amministrazioni locali della Gallura. Sarebbe stato molto meglio fermare l’artista e far sì che potesse proseguire nel rispetto delle norme e sfruttare il suo intervento per amplificare il messaggio, ora sulla rete, corrono solo parole di critica.


L'opera d'arte di Eleonora Brigliadori (foto Mario Pischedda)

Sarà per effetto del punto di ripresa che ritengo adeguato perché significativo, ma la fecondità artistica presta il fianco per interpretazioni totalmente diverse, potrebbe non esser un dito sollevato come monito ma un membro maschile che s’erige dall'acqua, altro segno di fertilità femminile. Un gesto che per natura non è durevole, ma destinato a spegnersi proprio per effetto dell’acqua stessa che fa svanire il colore poco a poco. Vale sempre il concetto che l’inquinamento non favorisce la fecondità, ma non sono convinto che queste spiegazioni avrebbero migliorato la posizione della Brigliadori nei confronti della Polizia Municipale.