Non è un paradosso affermare che occorre più sapienza per cuocere un uovo che le le più complicate manipolazioni culinarie. Anche un gran cuoco può tradire una grave incapacità, mandando in tavola un uovo sodo troppo verde o un uovo à la coque troppo viscido. È una delle regioni gastronomiche più delicata, in cui si tratta esclusivamente di tecnica e non di fantasia o gestualità. E i dogmi di questa tecnica sono per lo più ignorati dai praticanti e sorvolati dai teorici.” di Gio Ponti

Gio Ponti non era un famoso cuoco, ma lo era come architetto e designer, creando anche numerosi oggetti per la cucina, sarà che dell’uovo lo attirava la sua forma perfetta, tanto da rendere ineguagliabile qualunque sforzo di un cuoco per cucinarlo.

Ad esempio io amo le uova sode e fritte, e se fritte a me piacciono con il tuorlo non mescolato al chiaro e senza le fastidiose crosticine che si creano sotto, generalmente dovuto a scarso olio, al tegamino o ad una friggitura troppo veloce, ma meno facile è ottenere questo risultato se si vuole anche il tuorlo fritto a tal punto che solo una minima parte al suo interno è rimasta liquida. Per giungere a questo risultato la frittata va girata nella padella, ovviamente quando il tuorlo è abbastanza solido da non rompersi durante l’operazione.

Tutta questa premessa perché quando al ristorante mi permetto d’ordinare uova fritte con queste caratteristiche, mi arrivano sempre con le crosticine sotto e il tuorlo ancora quasi tutto in fase liquida, e nonostante le mie critiche sia gli amici di tavola e cuoca mi vogliono convincere che è migliore così, e così deve essere, ma secondo me si approfittano della mia credulità.

Chi è d’accordo con me?